La festa delle radio
«Dalla radio mi piace essere stimolato, non apprezzo molto i programmi di “infotaintment”, quelli che trasmettono solo grandi successi intervallati da notizie irrilevanti: mi piacciono le radio che allargano la visione, che stimolano la curiosità sui linguaggi musicali», dice Eugenio Finardi, uno dei tantissimi ospiti di Radiocity, festival gratuito che da oggi a domenica celebra il mondo delle radio al Parco Sempione e alla Triennale. «Io ho sempre fatto radio, fin dagli anni ’70», continua il cantautore milanese, «quando l’anno scorso Radio InBlu mi ha proposto una nuova trasmissione, “La musica è ribelle”, ho accettato con entusiasmo soprattutto perché ho una totale libertà di azione». Finardi la trasmetterà in diretta dal giardino della Triennale domani dalle 19 alle 20. «Sto preparando la scaletta. Metterò un po’ di indie rock egiziano, interessante, anche perché è una parte del mondo musicale che di solito non consideriamo. Poi la Triennale è uno dei miei posti del cuore perché qui una volta c’era il Piper, dove ho suonato, e anche adesso è un luogo fantastico da frequentare per un caffè e per visitare le mostre di design. Milano, adesso, la trovo molto bella, vorrei essere più giovane per goderne appieno. Vedo una città che ha saputo crescere senza disumanizzarsi troppo: certo è ancora “un borgo” rispetto ad altre metropoli ma è anche una capitale internazionale».
Tra gli altri artisti presenti, ospiti agli studi temporanei di Radio Italia, in Piazza del Cannone, oggi alle 13.50 ci sono Le Vibrazioni, sabato alle 17.50 il rapper Achille Lauro, e domenica alle 13.50 The Giornalisti; mentre sul palco della Triennale oggi alle 16 c’è il talk di Albertino di Radio Deejay con Alessandro Lippi; alle 18 Mi Casa con Max Brigante di Radio 105 che intervista Lo Stato Sociale; sabato alle 21 Dario Spada sempre di Radio 105 ospita Fabrizio Moro, subito dopo alle 22 Radio Capital presenta lo spettacolo ispirato al film «I love radio rock» con tanti artisti che si esibiscono live sul palco. E poi domenica ci sono Almamegretta: «Alle 16.30 siamo alla Locanda alla mano: è un incontro con i fan, con gli amici per parlare del nostro ultimo lavoro. Oggi il rapporto con il pubblico è più serrato perché tutto si svolge sui social, tanti ci scrivono anche in privato tramite le nostre pagine e noi cerchiamo di rispondere sempre. Però è bello incontrare le persone dal vivo: spesso si fa confusione tra amicizia virtuale e quel- la vera, quindi anche toccarsi, respirarsi, è sempre meglio. Quando ci chiedono i selfie? Ottemperiamo: occhiali da sole e via. Siamo felici, questo è il nostro lavoro». Poi domenica sera alle 22 sono sul palco della Triennale per il concerto di chiusura di Radiocity con il nuovo progetto Dub Box: «Presentiamo dal vivo il nuovo Ep “One world”, che è un remix dei nostri pezzi storici e che poi partiamo in tour con una formazione più elettronica che rende il nostro sound è ancora più potente. Lo abbiamo fatto per celebrare tanti anni di carriera e anche per accontentare i nostri fan che ci chiedevano edizioni nuove di pezzi vecchi. Certo gli anni passano, ma il nostro messaggio è sempre lo stesso: noi promuoviamo la coesistenza, la convivenza, la tolleranza e lo facciamo attraverso la musica».