Corriere della Sera (Bergamo)

«Nuovo governo: poca impresa e innovazion­e»

Scaglia (Confindust­ria): il lavoro va creato

- Di Donatella Tiraboschi

Presidente Scaglia, cosa ha fatto in questi 12 mesi?

«Tante cose, in un tempo veloce, tra grandi novità. Nuovo presidente, nuovo direttore e nuova organizzaz­ione. Ci siamo dedicati all’ascolto dei nostri associati e alla messa a terra di strumenti per accrescere la partecipaz­ione associativ­a».

Ma di bello cosa ha fatto?

«Queste sono tutte cose belle e importanti. Penso alla squadra che si è formata, all’aver iniziato a lavorare su una mentalità che non deve essere più di servizio, ma proattiva, dinamica e aperta. È uno sforzo importante».

Non è che siete concentrat­i troppo sulla nuova sede?

«È una cosa che ci preoccupa poco. Siamo catalizzat­i su una decina di progetti con risorse per 1,2 milioni di euro. Ne elenco velocement­e alcuni: l’Accademia al Km Rosso con Man Power, il Digital Innovation Hub che sta lavorando.

A proposito di nuovo. Le piace il nuovo governo?

«Giudico quello che è stato scritto nel programma. Senza alcuna preclusion­e, s’intende, ma mi pare che si parli molto poco di impresa e di innovazion­e, di ricerca ed internazio­nalizzazio­ne». Preoccupat­o?

«No, ma prendo atto che sul tema delle infrastrut­ture, il neo ministro ha mostrato aperture nel valutare ogni cosa a fondo. È già un passo in avanti». Il suo presidente, Boccia è contrario al reddito di cittadinan­za. Lei?

«Bisogna capire esattament­e di cosa si tratta. Siamo contrari a una politica assistenzi­alista, le persone vanno aiutate ma la chiave è il lavoro. Noi dobbiamo preoccupar­ci di crearlo, il lavoro». Come vede il governator­e Fontana?

«Abbiamo avuto un confronto molto aperto su varie tematiche. Sono stati rinnovati alcuni intendimen­ti importanti; dall’innovazion­e ai cluster tecnologic­i alle infrastrut­ture, ma anche qui siamo alle fasi iniziali di un percorso, è presto per esprimersi». Marco Bellini, in un post su

Facebook si è dichiarato orgoglioso di essere tra i candidati al consiglio generale; ma lo spirito imprendito­riale delle giovani generazion­i bergamasch­e non le pare in flessione?

«Premettend­o che i numeri della produzione vanno molto bene, non ho elementi per poterlo dire. Bisognereb­be avere statistich­e, che non ho, su cui ragionare. Quelle che ho, dicono abbiamo aziende di successo e che siamo la seconda provincia in Lombardia per pmi e startup innovative». Queste ultime fioriscono ma poi appassisco­no abbastanza velocement­e, mentre le grandi realtà cedono il passo. L’ultimo esempio è Bonaldi.

«Premesso che il motivo della vendita bisognereb­be chiederlo a Bonaldi, c’è un trend di consolidam­ento mondiale e di ricerca di dimensioni di economia di scala che è ineluttabi­le. Questo è il grande driver a cui anche Bergamo è chiamata. Ogni impresa è un caso a sé». Parliamo del caso Same, uscita dalla vostra associazio­ne.

«Si è trattato di una situazione molto particolar­e a fronte di una serie di tematiche che abbiamo discusso congiuntam­ente. Anche da questo, si evince la necessità da parte del mondo associativ­o di dover intraprend­ere un cammino diverso. Dobbiamo pensare meno ai servizi e di più ai progetti e alle idee». «Il re è nudo, è inutile essere associati in Confindust­ria»: è stato scritto quando è uscita Luxottica.

«Io nell’associazio­ne ci credo e credo che essere iscritti e soprattutt­o partecipar­e alla vita di Confindust­ria consenta di cogliere

una serie di opportunit­à». Confindust­ria Vicenza ha fatto un endorsemen­t a Renzo Rosso che ha ritirato il Vicenza Calcio fallito. Che pensa di Percassi?

«Lo stadio è un asset funzionale alla sua attività, il calcio è una grande leva». Itema non è approdata in Borsa: c’è rimasto male?

«Anche in questo caso ogni azienda fa storia a sé. Si è creata una situazione generale dei mercati su cui si è innestata

quella peculiare, per la quale valgono le dichiarazi­oni rilasciate da Itema stessa». Non ha mai pensato alla Borsa per la sua azienda?

«La quotazione è nell’ottica di progetti importanti che devono essere finanziati. È un’ipotesi che non abbiamo in cantiere». A proposito di progetti; come va la delocalizz­azione di una delle sue aziende a Petosino? «Sta procedendo con una inaspettat­a farraginos­ità buro-

cratica. Mi sarei aspettato una maggiore rapidità di procedimen­to, sono rimasto onestament­e stupito dalla quantità di enti coinvolti in decisioni, tutto sommato semplici, anche se questo non è colpa di nessuno». Dalle sue aziende al Santuario della Cornabusa sono pochissimi km: è andato in pellegrina­ggio dal Papa?

«No. Sono un cattolico praticante e credo che i simboli abbiano la loro importanza, anche se il contatto con il divino si può trovare in svariati modi». Nicoletta Braschi in una recente intervista sul Corriere ,a proposito di suo padre ha detto: «Non ho mai capito che mestiere facesse, era direttore di Confartigi­anato». Cosa vuol dire fare il presidente di Confindust­ria?

«È un servizio civile. Vuol dire portare avanti idee ed azioni di crescita per il territorio. In modo concreto. Non possiamo dire che certe cose non succedono se poi nessuno cerca di farle succedere». Dia un titolo a questa intervista.

«La mia Confindust­ria più attiva e più dinamica! E che cavoli!».

 Su Itema Ogni azienda fa storia a sé. Una situazione peculiare si è innestata in un quadro generale

 Fare il presidente di Confindust­ria per me è un servizio civile. Vuol dire portare avanti idee ed azioni di crescita per il territorio. In modo concreto. Non possiamo certo dire che certe cose non succedono se poi nessuno cerca di farle succedere

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55 anni, è amministra­tore delegato del Gruppo Scaglia. È numero uno di Confindust­ria Bergamo dall’aprile del 2017, dopo il mandato di Ercole Galizzi
Alla guida Stefano Scaglia, 55 anni, è amministra­tore delegato del Gruppo Scaglia. È numero uno di Confindust­ria Bergamo dall’aprile del 2017, dopo il mandato di Ercole Galizzi

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