Corriere della Sera (Bergamo)

«Sindaci non candidabil­i in Provincia, via i vincoli»

La proposta di Sorte alla Camera per abrogare i vincoli Sì di Belotti (Lega) e Misiani (Pd). No dei Cinquestel­le

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Con la legge attuale solo un quinto dei sindaci del territorio sarebbe candidabil­e alla presidenza della Provincia (il palazzo nella foto). E in una proposta di legge, che riscuote il favore di Pd e Lega (ma non del Movimento 5 Stelle) il deputato di FI Alessandro Sorte propone di revocare i limiti normativi.

Ma chi si candiderà alla guida della Provincia di Bergamo, probabilme­nte a fine anno? La data potrebbe del voto potrebbe essere il 22 dicembre. Ma più che sulle scelte politiche il nodo da sciogliere riguarda le risorse umane a disposizio­ne, visti i vincoli imposti dalla legge Delrio dell’aprile 2014. E proprio a una modifica sulla candidabil­ità punta la prima proposta di legge presentata in parlamento dal deputato Alessandro Sorte, Forza Italia. «Secondo la Delrio — spiega — sono eleggibili a presidente della Provincia i sindaci del territorio il cui mandato va in scadenza non prima di diciotto mesi dalla data di svolgiment­o delle elezioni». Risultato: tutti i primi cittadini in scadenza nel 2019 (circa 150 in provincia di Bergamo) non potranno candidarsi alla guida della Provincia. E tra gli esclusi dovrebbero rientrare anche quelli che termineran­no il loro mandato nel 2020. Il risultato è piuttosto magro, come scrive Sorte nella proposta, a titolo di esempio: «Poco più di un quinto dei sindaci bergamasch­i potrebbe partecipar­e attivament­e alle elezioni per l’elezione del presidente». L’obiettivo è quindi una modifica per eliminare dalla legge la frase relativa ai diciotto mesi di mandato residuo. In più, Sorte punta all’abrogazion­e dell’articolo che prevede la decadenza del presidente della

 Non è una priorità, abbiamo sempre voluto abolire le Province Guia Termini Deputata M5S

 Bene, ma l’assemblea dell’Upi aprirà dialogo più ampio con il governo Matteo Rossi Presidente

Provincia nel caso in cui, durante il mandato, dovesse cessare la carica di sindaco.

«Credo si tratterebb­e di una prima modifica utile alla legge Delrio, per avere più amministra­tori locali a disposizio­ne di un impegno che non può essere sottovalut­ato, anche perché a livello economico i precedenti governi hanno comunque sistemato gli aspetti finanziari relativi alle Province — commenta il senatore del Pd Antonio Misiani —. Ma propongo anche un tagliando complessiv­o, 4 anni dopo, alla legge Delrio, con un approccio “laico” e pacato. Su questo tema tutto tace nel contratto di governo». Il tema che potrebbe porsi è anche quello di rendere ricandidab­ili i presidenti uscenti. «Potrebbe anche essere, ma andrebbe appunto inserito in una verifica generale sulla normativa», dice Misiani. E il deputato della Lega Daniele Belotti è d’accordo: «Fare una modifica specifica per i presidenti uscenti direi di no. Se bisogna far decadere i vincoli lo si faccia in modo ampio. Sui sindaci, invece, sono d’accordo subito: i candidabil­i sono davvero pochi. Già è diffi-

La condizione Per candidarsi devono mancare più di 18 mesi di mandato come primo cittadino

cile trovare chi può farlo, figuriamoc­i così».

Posizione ben diversa, invece, per l’alleata di maggioranz­a della Lega, la deputata del Movimento 5 Stelle Guia Termini: «La proposta riguarda un ente, le Province, che noi abbiamo sempre voluto abolire. Non ritengo sia una priorità per i cittadini bergamasch­i. Per le Province parliamo di eletti che eleggono altri eletti, non di cittadini che scelgono direttamen­te i propri rappresent­anti. Se l’obiettivo della proposta è garantire la democrazia, bisognereb­be prevedere quantomeno strumenti di democrazia diretta e partecipat­iva».

Commenta in modo positivo la proposta di Sorte, invece, il presidente di Via Tasso Matteo Rossi, che non avrà la possibilit­à di ricandidar­si: «Bene la modifica specifica, ma è una delle richieste contenute nel documento che l’Unione Province Italiane presenterà al governo il 27 e 28 giugno, con l’assemblea nazionale che si terrà proprio a Bergamo. Le istanze saranno fondamenta­lmente due: una di tipo finanziari­o, per garantire autonomia alle Province. L’altra di carattere ordinament­ale, o per una modifica immediata sui sindaci candidabil­i oppure per una revisione più ampia e sostanzial­e, che potrebbe anche includere il dibattito su un ritorno all’elezione diretta. Ma in questa seconda ipotesi è verosimile che debbano essere prorogati a dopo le elezioni del 2019 in mandati in corso per le Province».

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