Stipendio in Romania, sussidi in Italia
Lavoravano come spedizionieri e ingannavano l’Inps con la disoccupazione
Non saranno milioni di euro (sono ventimila), ma colpisce il meccanismo. Due rumeni percepivano l’indennità di disoccupazione e il «bonus Renzi», ma secondo l’Ispettorato del lavoro e la guardia di finanza avevano un’occupazione in una ditta di spedizioni e traporti. Erano assunti da una società interinale rumena, secondo il pm un magheggio per ingannare l’Inps. Il gip ha sequestrato loro l’equivalente.
Uno percepiva la disoccupazione da otto giorni quando iniziò a lavorare, l’altro lavorava già da una ventina. Stessa nazionalità, rumeni. Stesso lavoro, per una ditta di trasporti. Stessa accusa: aver a preso indennità che non spettavano perché non erano più disoccupati. Più il «bonus Renzi» per i redditi bassi. Dalle indagini della Guardia di finanza risulta che Florentin Laslau, 48 anni, e Cristian Vasile, di 38, fossero stati assunti da un’agenzia di lavoro interinale.
Il gip Federica Gaudino ha disposto il sequestro ai fini della confisca di 7.031,28 all’uno e 13.657,85 euro all’altro. Non sono grandi cifre, ma su richiesta del pm Fabrizio Gaverini sono state messe nel cassetto (sempre che siano state trovate tutte) ai fini della confisca, che scatterà in caso di condanna (non è stato possibile conoscere la versione degli indagati).
In questa vicenda più che la quantità di denaro colpisce il meccanismo, sul quale il pm e il gip non si sono trovati d’accordo. Secondo il primo si tratta di una truffa, per il secondo invece di una percezione indebita. Il centro del di-
scorso sta in Romania. Non per la nazionalità dei due autisti-operai, quanto perché la società di lavoro interinale che li assunse, la Interjob Resurce, ha la sede a Hunedoara, Transilvania. Loro, invece, risultano residenti a Conegliano, in provincia di Treviso, e a Giussago, in Brianza.
L’inghippo emerge da un controllo dell’Ispettorato del lavoro di Bergamo in una società di trasporti bergamasca (estranea ai fatti), l’8 marzo
dello scorso anno. Sui singoli lavoratori vengono effettuati dei controlli. La finanza mette la lente sui conti correnti dei due. Uno ha percepito la disoccupazione, che in realtà si chiama nuova assicurazione sociale per l’impiego (naspi), da 16 novembre 2016 al 9 agosto 2017. Solo che dal 24 novembre 2016 al 23 novembre 2017 dalle verifiche risulta aver lavorato. L’altro ha ricevuto l’assicurazione dal 20 maggio 2016 al 14 settembre 2017 ma già lavorava dal 29 maggio e ha continuato per un anno. Per alcuni periodi, quindi, secondo l’accusa la disoccupazione andava sospesa.
Secondo il pm la scelta di rivolgersi a un’agenzia straniera aveva «l’unico scopo di omettere intenzionalmente la comunicazione all’Inps» del contratto di lavoro che avrebbe sospeso l’indennità. Inoltre sospetta dei «numerosi, e sempre tempestivi, prelievi effettuati dai lavoratori non appena l’Inps versava sui conti le somme, sì da eliminare ogni eventuale residuo di detta indebita percezione».
Non così invece secondo il gip, che nella scelta di rivolgersi all’agenzia straniera «non ravvisa il comportamento fraudolento». Quanto ai prelievi, sempre secondo il giudice, «non si può escludere che fossero legati a necessità personali o familiari». Incrociando date e conti, allo stato, il giudice riconosce comunque la necessità di recuperare «quanto indebitamente elargito».
I sospetti del pm «Si sono rivolti a un’agenzia straniera per omettere all’Inps il nuovo lavoro»