Un drink in Galleria
Locali Il «salotto» della città torna a essere un luogo di ritrovo prediletto. E non solo dai turisti
Milan l’è un gran Milan, e ormai a dirlo non sono solo i milanesi: secondo Tripadvisor il Duomo è al settimo posto nella top ten mondiale dei monumenti da visitare, mentre per quanto riguarda la classifica italiana la Galleria Vittorio Emanuele II si è piazzata al nono posto. Dopo la ristrutturazione del 2015, la Galleria sta tornando a essere non solo una meta turistica ma il «salotto» dei milanesi, com’è sempre stata da quando è nata nel 1867, grazie anche ai suoi bar e ai ristoranti. D’altronde l’aperitivo milanese è nato proprio qui: come spiega Mat- tia Pastori, uno dei migliori barman in Italia e vincitore di diverse competizioni internazionali, che da quattro mesi è il nuovo direttore del Camparino in Galleria: «Aperto nel 1915, questo è uno storico bar di passo all’italiana: qui è diventato un rito gustare un cocktail al bancone prima di cena. Anche il Campari Bitter è nato proprio qui in Galleria, e adesso è un simbolo del “made in Italy” nel mondo. Il cocktail emblema? Direi il Negroni, che ormai è un classico anche all’estero, mentre lo Spritz è una moda più italiana». Dietro al bancone una squadra di quattro barman in divisa, capitanata da Tommaso Cecca, è pronta a shakerare cocktail tutto il giorno, anche se il momento clou è dalle 17 in avanti: insieme con i drink (13/18 euro) sono serviti stuzzichini, olive, patatine: d’altronde la parola «aperitivo» deriva dal latino «aperire», che significa «aprire», stimolare l’appetito prima di cena. «Adesso chiudiamo alle 20, ma nei prossimi giorni prolungheremo l’orario almeno fino alle 21.30», conclude Pastori.
Se il Camparino rappresenta la storia, Cracco è la novità: il bar con dehors è al piano terra e dietro al bancone di fine ‘800 c’è il barman Filippo Sacco che propone cocktail classici (da 9 euro) ma anche originali, ispirati alla tradizione meneghina. All’ora dell’aperitivo sono accompagnati da finger food. Si spiega il responsabile Alessandro Troccoli: «La Galleria ha bisogno di vivere con i milanesi, ci piacerebbe che tornasse a essere un punto di ritrovo, proprio come una volta: anche per questo siamo sempre aperti dal mattino fino a mezzanotte. Il pubblico dell’aperitivo? Spazia dai professionisti che lavorano in zona a chi viene da fuori, soprattutto nel weekend, dai turisti stranieri a chi passa per un drink prima di andare alla Scala».
Tra gli indirizzi storici anche il Biffi, nato nel 1867, che ha dato da bere a personaggi illustri come Arturo Toscani- ni, Giuseppe Garibaldi e anche Ernest Hemingway che proprio qui ordinò un Negroni «sbagliato», immortalato nel suo romanzo «Addio alle armi». Da gustare i grandi classici, dallo Spritz al Manhattan (da 10 euro). Storico anche il Savini che ai suoi tavoli ha ospitato Verdi, Puccini, Verga, D’Annunzio, e anche Marinetti che qui firmò il Manifesto del Movimento Futurista. Adesso sta rilanciando l’aperitivo con una nuova drink list a base di signature cocktail dedicati a Milano e alla Scala, come il «Norma» e il «Salieri» (19 euro). Per chi preferisce un aperitivo con vista all’ora del tramonto, sabato 2 e 9 giugno, Highline Galleria, la passeggiata sui tetti, organizza una degustazione a base di finger food vegetariani, vini biologici e cocktail: dalle 18.30 alle 20.30, solo su prenotazione (12 euro).