Corriere della Sera (Bergamo)

Live a Treviolo «Non sono più irrequieta e ribelle»

Domani a Treviolo. La cantante: «Ero irrequieta e ribelle, oggi sono un fuoco che scalda»

- Rosanna Scardi

Dopo la festa allo stadio San Paolo di Napoli per ricordare Pino Daniele, Irene Grandi è attesa con la sua band, domani, al Treviva, la manifestaz­ione di Treviolo al via oggi, tra spettacoli, incontri, animazioni e i live degli Eiffel 65 e del Bepi and The prismas (alle 22, ingresso gratuito).

Sul palco, allestito in piazza monsignor Benedetti, l’artista fiorentina, 48 anni, farà riascoltar­e «Se mi vuoi», brano del 1995 eseguito in coppia con il cantautore partenopeo che l’aveva inserito nel suo album «Non calpestare i fiori nel deserto». «È una canzone senza tempo, che mi dà emozioni intense e amo riproporre. Pino mi aveva dato fiducia, scegliendo proprio me e permettend­omi così di accedere all’Olimpo degli artisti, ero giovane, cantavo da un paio d’anni anche se avevo pubblicato due dischi — ricorda la Grandi —. Lui era già importante, al suo primo album in italiano e aveva mostrato un’apertura per conquistar­e una fetta di pubblico nazionale. In casa mia erano tutti entusiasti, alle pareti di ogni stanza erano appesi i poster di me e Pino che dicevano tutto». La cantante si esibirà in un set grintoso con il basso suonato da Piero Spitilli, Saverio Lanza alla chitarra e Fabrizio Morganti alla batteria, tipico del rock, che avrà anche una parentesi in acustico, ma sempre energica, «up», veloce e divertente perché ripercorre­rà i suoi successi, che hanno attraversa­to pop, soul, jazz e blues, da «Prima di partire per un lungo viaggio» a «Lasciala andare», da «Bruci la città», «La cometa di Halley», «Alle porte del sogno» e «Bum bum».

Dopo gli eccessi giovanili da rocker, Irene Grandi, che cantava «facile passare il limite, saltare il muro della libertà» in «Fuori» a Sanremo Giovani, è cambiata molto, è diventata introspett­iva, una donna che guarda in profondità. «La mia parte femminile è fiorita più tardi, all’inizio ha dominato l’energia maschile, ero più sole che luna, potente, pronta a esplodere, anche se c’è sempre stata una vena di malinco- nia nel tono della mia voce, come si nota in “Dolcissimo amore” — spiega la cantante —. All’inizio, però, ero una ragazza ribelle e irrequieta, facevo di tutto per destruttur­are i luoghi comuni anche con dichiarazi­oni forti, poi quella parte del mio carattere si è affievolit­a, oggi sono più accoglient­e, sono passata dall’essere un fuoco che arde a uno che scalda». L’ultimo disco, il decimo in studio, si chiama «Un vento senza nome», come l’omonima ballata che lo contiene, proposta all’Ariston tre

Per Pino Daniele Sul palco anche con «Se mi vuoi» che cantò con il cantautore partenopeo

anni fa. «Mi sono presentata con una veste nuova, senza dimenticar­e l’altra me», precisa Irene. A dimostrazi­one della sua trasformaz­ione artistica e spirituale, ci sono i tatuaggi: i fan hanno ben presente la spirale sul braccio, molto evidente nelle foto un po’ datate, a indicare il desiderio di cambiare, di muoversi sempre. «Indica anche il passaggio dalla terra verso il cielo», precisa lei che ora sfoggia anche una vistosa piuma di pavone nella

«Treviva» La manifestaz­ione inizia oggi tra concerti in piazza Benedetti, incontri e spettacoli

parte interna dell’avambracci­o. Sono usate per ornare la corona della divinità indù Krishna, un esempio di virtù, rappresent­ano l’immortalit­à, per me una nuova rinascita. In fondo, non faccio altro che esprimermi, possiedo un dono, la mia voce, che credo non mi sia stato dato a caso, così come il destino ha voluto che incontrass­i cantanti, produttori o artisti emergenti. La mia strada è in continua evoluzione».

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