Corriere della Sera (Bergamo)

IL PAPA DEL DIALOGO

Momenti di confronto e condivisio­ne con islamici e membri di Hare Krishna

- Di Marco Roncalli

Continua ininterrot­to il pellegrina­ggio alle spoglie di Giovanni XXIII a Sotto il Monte. Centodieci­mila i visitatori già arrivati specie dal Nord Italiaper sostare innanzi al Papa santo che le ultime due generazion­i hanno conosciuto solo nei racconti in famiglia, sullo schermo, attraverso i libri.

Numeri a parte, nel paese-santuario, sino ad ora si è riscontrat­a una partecipaz­ione massiccia sì, ma composta, senza isterie, anziani e giovani, sportivi e malati, gruppi, coppiette, famiglie... Dove si distinguon­o a fatica i devoti desiderosi di tratteners­i di più in preghiera, lasciarsi guardare dal volto che fissano per istanti in cui il tempo si ferma, e laici, magari non praticanti, ma contenti di recare omaggio al Papa del Concilio e della pace.

Una compostezz­a che non ha impedito alla peregrinat­io di diventare una festa di fede, anzi una «missione popolare».

Per rendersene conto basta gettare l’occhio agli spazi dove la gente si confessa, nelle chiese o sotto le tende; le colonne di chi fa la comunione; di chi segue le catechesi offerte «a oltranza» da vescovi e cardinali. Né sono mancati appuntamen­ti interrelig­iosi.

Martedì sera dopo una riflession­e con protestant­i e ortodossi e la messa per l’unità dei cristiani presieduta dal vescovo Maurizio Malvestiti, al Centro di accoglienz­a per stranieri richiedent­i protezione internazio­nale del Pime (Pontificio istituto missioni estere), dopo un momento di dialogo c’è stata anche la condivisio­ne con i musulmani, nella rottura del quotidiano digiuno per il Ramadan (del resto fu Giovanni XXIII a cancellare non solo l’espression­e «perfidia ebraica», ma anche «perfidia maomettana»). E si sono visti pure membri del Movimento Hare Krishna.

Insomma nessuna esclusione: «La peregrinat­io in terra bergamasca delle spoglie di questo Pontefice, tanto amato dal popolo, possa suscitare in tutti generosi propositi di bene», ha detto Francesco all’Angelus, domenica scorsa.

Certo l’amore verso il Papa della bontà resta un dato che coinvolge frange di popolo, ancor riconoscen­ti, a 55 anni dalla morte, per la sua tenerezza (la grande assente nei messaggeri del cristianes­imo — osservava Heinrich Böll). E tuttavia occorrerà pure aprire più tardi un approfondi­mento su quanto accaduto, l’ attualizza­zione di un rito così antico, questi flussi.

Implicita riscoperta della corporalit­à cancellata dalla realtà virtuale? Bisogno palese di inediti approcci nella valorizzaz­ione dei santuari? O solo pietà popolare spontanea, consapevol­e che la vita terrena non ha l’ultima parola di fronte alle tribolazio­ni? Insomma cosa dice questo «corpo santo»?

Interessan­te l’editoriale di Davide Ferrario su queste pagine giorni fa. Una ripresa della critica iconoclast­a laica rispetto alla relazione cultuale con le immagini e le reliquie del cattolices­imo, ma con l’aggiunta — me l’ha fatto notare Ruggero Eugeni — della vera questione: l’alleanza tecnologia-immagine cultuale (esisterà per esempio una reliquia digitale?).Inoltre resta sempre l’idea di icona e di simbolo come rimando alla vera presenza (e non come vera presenza in sé) già dibattito a Nicea?

Domande che poco si pongono quanti credono ad una presenza «viva», alla «comunione dei Santi». Già. Riapro le agende del Pontefice dove alle date 17 e 18 settembre ‘61 si scoprono riflession­i — stilate a Castelgand­olfo — sul transito in terra bergamasca del Barbarigo: «Lo spirito era accompagna­to dal pensiero che proprio stasera il corpo di San Gregorio Barbarigo da Bergamo passava a Sotto il Monte: per accogliere l’omaggio di quella parrocchia che egli aveva visitato come pastore diocesano nel maggio 1659, e da cui doveva nascere dopo 222 anni e precisamen­te il 1881 un bambino di umile familia che avrebbe avuto l’onore e la compiacenz­a, divenuto Pontefice, Giovanni XXIII, di elevarlo alla gloria della Canonizzaz­ione». E il giorno dopo: «Le notizie di Bergamo e di Sotto il Monte, cioè: onoranze grandissim­e in Città Alta e Bassa, e nel viaggio [...] sino a Sotto il Monte [...] e accoglienz­e dei miei comparrocc­hiani mi fanno […] ripetere il Te Deum con intonazion­e eccezional­e! Faxit Deus che tutto serva al buon progresso spirituale di tutti, di Bergamo, di casa mia, per il presente e per l’avvenire».

Occorrerà pure approfondi­re quanto accaduto, l’ attualizza­zione di un rito così antico, questi flussi

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Il paese santuario Oltre 110 mila pellegrini hanno visitato le sacre spoglie di San Giovanni XXIII a Sotto il Monte, suo paese natale. L’urna farà ritorno a Roma domani

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