I quarant’anni del Museo navale, nato da un’amicizia
Caravaggio, da oggi mostra e altri eventi. Fondato dal maestro Pellegri, che arrivò da Massa Carrara
Un piccolo, piccolissimo museo in cui sestanti, bussole, modellini di navi, conchiglie, anfore romane si accumulano sugli scaffali. È il Museo navale di Caravaggio, un vero e proprio gabinetto delle meraviglie che per tanti anni è stato soprattutto un porto sicuro per le storie che ogni oggetto esposto portava con sé. Sconosciute, come quella di una calcolatrice a led donata da un ufficiale di corvetta dal nome arabo, o famose come un brandello della tenda rossa della tragedia del dirigibile Italia e del comandante Umberto Nobile, tratto in salvo dall’incrociatore Krasin. A cotutti noscerle una a una, queste storie, era Ottorino Pellegri, maestro di generazioni di caravaggini. Per 36 anni è stato l’ideatore, l’anima e il custode del museo. Scomparso nel 2014. Il testimone è stato raccolto dal figlio Antonio che La sede
Il Museo fu aperto nel 1978 al centro civico nell’ex convento di San Bernardino a Caravaggio i sabati tiene aperto il piccolo Museo situato nel centro civico nell’ex convento di San Bernardino. «Ricordo quando fu inaugurato nel 1978 — dice Antonio —. Al taglio del nastro c’ero anche io, bambino, mi fu affidato il vassoio con le forbici». Ottorino Pellegri fu un infaticabile animatore culturale a Caravaggio. E il Museo era legato all’amicizia con l’ingegner Ottorino Zibetti. Pellegri era arrivato a Caravaggio da Massa Carrara nel 1955 e conobbe l’omonimo qualche anno dopo. A unirli fu proprio il nome: entrambi scoprirono che i rispettivi genitori, amanti della musica, avevano voluto omaggiare il compositore Ottorino Respighi.
«Zibetti — spiega Antonio Pellegri — era figlio di un medico militare, tenente generale che dirigeva l’ospedale di Baggio. Avrebbe voluto far carriera in Marina ma un problema a un braccio glielo impedì. Con la sua passione per il mare si dedicò alla costruzione di modellini e poi alla raccolta di cimeli. Mio padre quando vide la sua raccolta chiese il permesso di portare le classi in visita didattica».
Quando nel 1974 Zibetti scomparve la moglie Giuseppina Bietti decise di donare tutto al Comune purché creasse un’esposizione permanente e Pellegri si assunse il compito di custodirla. «Nel 2013 mio padre era già malato — racconta il figlio — e gli proposi di celebrare i 35 anni: disse “c’è tempo, festeggeremo i 40”. Sapeva che non avrebbe visto quell’anniversario. Per questo abbiamo voluto organizzare in grande stile questa ricorrenza». Inizia oggi un fitto calendario di eventi. Si inizia alle 10 al centro civico con la mostra collettiva «Gli echi del mare» e alle 16 la conferenza «Gli enigmi del Titanic» dello storico Claudio Bossi.