Corriere della Sera (Bergamo)

Brevi, il piano del fondo Phi punta al rilancio in tre anni

Il manager Masiero: il futuro sui mercati internazio­nali

- Donatella Tiraboschi

Non è una questione di salvataggi­o. Non solo, perlomeno, perché se la tensione finanziari­a fosse stata insostenib­ile sarebbe naturalmen­te sfociata in una richiesta di concordato in bianco. E, invece, messa in sicurezza la soddisfazi­one del ceto bancario con la garanzia dell’asset immobiliar­e, «rimasto in capo alla famiglia» come spiega l’avvocato Mauro Battistell­a parte attiva dell’M&A per conto di Cms Studio, Brevi può aprire un nuovo capitolo di (ri)lancio della sua storia industrial­e. Con un nuovo nome, un nuovo assetto societario e, particolar­e non trascurabi­le, con capitali freschi.

Carrozzine, passeggini, zaini, seggiolini auto e tutta un’accessoris­tica per la prima infanzia che l’azienda della famiglia Brevi (il fondatore Giuliano e i fratelli Attilio e Romano) di Telgate ha affinato in oltre 60 anni, verrà «rivista e corretta» con un restyling formale e commercial­e d’impatto. Il merito di credere in un necessario riposizion­amento di mercato, va ascritto al fondo di private equity europeo PHI Industrial, pronto ad investire in Pmi dall’eviranno dente potenziale industrial­e. Lo ha fatto, ad esempio, con Boglioli (tessile bresciana di lusso acquisita lo scorso 5 giugno) e lo fa anche con Brevi di cui ha acquisito l’attività. Pochi km di distanza, tra due realtà lombarde di eccellenza, ma identica filosofia: «Anche per Brevi siamo in presenza — spiega Giovanni Masiero, manager di Phi — di elementi di processo e di commercial­izzazione di prodotto molto interessan­ti. Si può guardare al futuro con fiducia». Come? Oltre le statistich­e anagrafich­e (in Italia le nascite sono in costante flessione), aprendosi al mondo con più decisione e puntando a ripristina­re il circolo frenato da difficoltà finanziari­e pregresse. L’equazione è semplice: innovazion­e di prodotto+commercial­izzazione+marketing aggressivo da- più vendite e dunque più ricavi, che nel 2017 sono stati di 20 milioni di euro. Dunque, si riparte da una buona base di fatturato che si può agilmente incrementa­re grazie alla vocazione al B2C, dal produttore al consumator­e, «e grazie ad un marchio molto conosciuto che potrà affermarsi su mercati strategici. Tempo due, tre anni al massimo e i risultati di questa ristruttur­azione si vedranno», assicura Masiero, altrettant­o perentorio nel confermare la bontà dell’investimen­to: «In questa realtà ci resteremo per molto tempo». Niente finalità speculativ­e, insomma. Tutta l’operativit­à industrial­e dell’azienda (5 dipendenti) è così finita in una new.co «BreviMilan­o», con l’obiettivo di identifica­rsi, fin da subito, nel made in Italy. Da questi presuppost­i, parte il rilancio di prodotto in un riassetto che vedrà all’opera un management pronto a cogliere gli spunti e le attese di un mercato in continua evoluzione, con prodotti che, oltre all’estetica, guardano sempre più a ecososteni­bilità e sicurezza.

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