Lorenzi, il poliziotto che scrive romanzi per vincere lo stress
Maurizio Lorenzi, poliziotto-romanziere: «Dalla routine dell’ufficio all’altro capo del mondo. Scrivo per vincere lo stress»
La sua vita è talmente ricca di colpi di scena e avventure rocambolesche da ispirare un nuovo romanzo. Il poliziotto scrittore Maurizio Lorenzi, noto ai lettori come Malo, torna in libreria con «Il comunicatore», thriller ambientato a Bergamo, che presenterà domani alle 21 all’Osteria dell’utopia di Milano. La trama si rifà a casi reali, accaduti in questura, dove l’autore si occupa delle pratiche amministrative dell’iter espulsivo, dalla notifica dei provvedimenti agli atti necessari a renderli esecutivi, riportando nei loro Paesi criminali efferati. Malo mette nero su bianco lo spaccato di vita del protagonista, Lorenzo Manzi, e del collega Enrico Testoni, attingendo alla sua competenza lavorativa.
«Capita che si passi una giornata di routine in ufficio e, all’ultimo minuto, una telefonata dal ministero degli Interni costringa a catapultarsi in un altro paese o continente, quasi fosse uno zapping sul mappamondo», chiosa Lorenzi.
I personaggi del romanzo calcano le sue orme, viaggiano in Perù, Marocco, Tunisia, India, Pakistan, Messico, Albania.
«A Nuova Delhi, dopo la vicenda dei marò, mi sono ritrovato tra mille difficoltà. A Islamabad ho vissuto in un contesto a dir poco cinematografico con i poliziotti scalzi che giocavano a carte. A Città del Messico ho riportato un narcotrafficante scoperto con gli ovuli di cocaina da un chilo termosaldati allo stomaco: era stato costretto a ingoiarli con la minaccia che gli avrebbero ucciso la figlia. In Montenegro ho accompagnato un vero Arsenio Lupin», racconta.
Durante le missioni, il poliziotto di fantasia si ritrova, però, a consegnare delle scatole misteriose, senza conoscerne il contenuto. Finché una si rompe. È il break point, l’elemento che avvince.
«Manzi a quel punto è a un bivio, si domanda se possa davvero fingere di ignorare», afferma lo scrittore. Leggendo le pagine, si approfondisce un tema di forte attualità.
«Trovo giusto soccorrere chi rischia la vita in mare, ma anche rimpatriare chi delinque — afferma Malo, che ha prestato servizio anche nei centri di prima accoglienza a Lampedusa. Mantenere un detenuto costa tantissimo, 130 euro al giorno al cittadino, se lo mandi via prima che la pena finisca, come racconto nel libro, risparmiamo decine di migliaia di euro, quindi i soldi per il rimpatrio sono recuperati».
Dopo un periodo nella polfer alla stazione ferroviaria di Milano e nella polaria all’aeroporto di Orio, dal 2000 Lorenzi è occupato in questura a Bergamo. In parallelo, ha scritto cinque libri: «Racconti sulla strada» per Ananke nel 2011, «Sbirro morto eroe», l’anno dopo per Conti editore, mentre per Imprimatur ha pubblicato «Eroi senza nome» nel 2014, vincendo il diploma d’onore del Premio Il molinello e «Identikit. Il disegnatore di incubi», due anni dopo, che gli è valso il riconoscimento della giura al Premio Montefiore.
«Non mi piacciono le storie artefatte e stucchevoli — conclude —, devono possedere una base di realtà. Scrivere per me è una forma di cura antistress, è come fare jogging. Mi mette al riparo dalle spigolature della quotidianità».
È giusto soccorrere chi rischia la vita in mare, ma anche rimpatriare chi viene per delinquere Il ritorno in Messico col narcotrafficante che aveva ovuli di cocaina termosaldati allo stomaco