I City Angels nelle vie della movida
SICUREZZA LE STRADE ALTERNATIVE I volontari in divisa aumentano: potranno operare anche nei quartieri di periferia
Da questa settimana i City Angels (nella foto) non limiteranno più la loro attività alla zona della stazione. D’accordo con il Comune di Bergamo, andranno anche alla Clementina, alla Celadina, alla centrale di via Daste e Spalenga, alla Malpensata, in via Bramante (dietro la fiera di via Lunga) e in Borgo Santa Caterina, tra i locali della movida. Il Comune, poi, ha deciso di sostenere i gruppi di vicinato e il controllo di vicinato (nomi simili, ma organizzazioni diverse). Non sono ronde, ma gruppi di cittadini organizzati che raccolgono segnalazioni varie, per esempio su persone sospette o macchine abbandonate, e così provano a fare prevenzione.
Due esperienze cittadine diverse, ma con finalità che si assomigliano. Da un lato ci sono i City Angels che, da questa settimana, non limiteranno più la loro attività alla zona della stazione. D’accordo con il Comune di Bergamo, andranno anche alla Clementina, alla Celadina, alla centrale di via Daste e Spalenga, alla Malpensata, in via Bramante (dietro la fiera di via Lunga) e in Borgo Santa Caterina, tra i locali della movida. Dall’altro ci sono i gruppi di vicinato e il controllo di vicinato (nomi simili, ma organizzazioni diverse), sostenuti dall’amministrazione: sono sui Colli di Bergamo, al Villaggio degli Sposi, a San Paolo e a Colognola. Tutti si occupano anche di sicurezza, ma ognuno con modalità proprie. «I City Angels — dice il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Sergio Gandi — escono sul territorio, ma devono dirci cosa fanno e dove vanno. La regia è nostra, perché siamo noi i responsabili della loro attività nei confronti della Prefettura. Siamo grati per quello che stanno facendo. Il controllo di
vicinato e i gruppi di vicinato invece non vanno in giro. Chi ne fa parte osserva il proprio quartiere e, se vede qualcosa che non va, lo segnala alla chat di cui fa parte, seguendo regole precise. È una forma di cittadinanza attiva preziosa».
I City Angels escono (da martedì a venerdì) divisi in squadre. Una continuerà a coprire
la zona della stazione, l’altra girerà nei quartieri stabiliti. «Aiutiamo senzatetto e cittadini in difficoltà — dice il coordinatore Francesco «Night» Graziano —. Capita di vedere qualche spacciatore che, appena ci nota, si allontana». Gli «Angeli» bergamaschi — che stanno cercando un piccolo furgone in regalo per la loro attività — sono 34 e le donne sono in maggioranza. Girano in gruppi da tre a cinque persone e ognuno ha un ruolo preciso, dal capo squadra a quello che consegna le coperte ai senzatetto. «C’è chi arriva da Rovetta per fare “l’angelo” in città, chi dal lago d’Endine o da Villa d’Almè. Bisogna essere predisposti, angeli di natura, per fare quello che facciamo. E da venerdì saremo anche a Santa Caterina, per aiutare tutti a rispettare il regolamento sulla movida».
Oltre a supportare e coordinare l’attività dei City Angels, il Comune ha deciso di sostenere il controllo di vicinato e i gruppi di vicinato. L’amministrazione ha anche preso l’impegno a mettere nei quartieri i cartelli che segnaleranno la presenza di queste organizzazioni. «Si tratta di cittadini organizzati che raccolgono segnalazioni varie, per esempio su persone sospette o macchine abbandonate. Non si tratta di ronde — dice Gandi —: nessuno gira per strada, ma i cittadini si limitano a osservare cioè che vedono ed eventualmente a fare segnalazioni». Chi aderisce deve rispettare regole precise, per esempio non intasare le chat. «A chi aderisce — dice Dino Ferdinando Ubiali, portavoce dei gruppi di vicinato — noi forniamo un decalogo. L’obiettivo di quest’iniziativa non è solo segnalare un furto o una situazione anomala, ma prevenire. E la nostra osservazione parte dai cortili, come si
I City Angels escono sul territorio, mentre i gruppi di vicinato si limitano a osservare quello che succede vicino a loro, senza andare in giro
Sergio Gandi Vicesindaco
Via WhatsApp
Il Comune installerà cartelli nei quartieri controllati dai gruppi di residenti in chat
faceva un tempo: quando arrivava un estraneo, non passava inosservato».
Per l’amministrazione queste iniziative sono anche utili per creare coesione sociale. «I cittadini conoscono i loro vicini e li tengono d’occhio — dice Gandi —. E se qualcuno ha bisogno d’aiuto, chi gli sta intorno lo sa e può aiutarlo».