Brebemi, il no del giudice alle intercettazioni
La pm di Brescia Claudia Moregola ha chiesto che nel processo per i presunti rifiuti sotto la Brebemi venissero riversate alcune intercettazioni del processo sulla tangenziale di Orzivecchi. Ma per il giudice quelle intercettazioni devono restare fuori.
La mossa del pm di Brescia Claudia Moregola si può capire. Ha chiesto che nel processo per i presunti rifiuti sotto la Brebemi venissero riversate alcune intercettazioni del processo relativo alla tangenziale di Orzivecchi (Brescia). Lì, Pierluca Locatelli, l’ex signore delle strade, nel 2015 è stato condannato a sei anni confermati in appello nel 2017 (in attesa di Cassazione). Il ragionamento del pm è chiaro: «L’indagine sulla Brebemi è lo sviluppo dell’indagine su Orzivecchi». Arrivarono insieme a Bergamo, ma a processo si divisero per un pasticcio procedurale. Ora nel banco degli imputati, oltre a Locatelli, ci sono i suoi ex collaboratori Egidio Grechi, Bartolomeo Beniamino Gregori, Andrea David Oldrati (consulente esterno), Giorgio Oprandi, Giovanni Battista Pagani, Walter Rocca. Sulle intercettazioni altolà delle difese: «Non è detto che quanto accaduto per Orzivecchi sia successo anche per Brebemi», riassume l’avvocato Emilio Gueli. Per ora, ha deciso il giudice Giovanni Petillo, quelle intercettazioni restano fuori dal processo. Da alcune è nata la seconda inchiesta. Come, l’ha ripercorso il luogotenente Alberto Rossini del Nucleo investigativo dei carabinieri di Brescia: «Nella prima telefonata si parlava di problemi con le scorie». Secondo l’accusa, il materiale doveva essere «ripulito» dalla Locatelli nel suo impianto della Biancinella, a Calcinate. Il 23 e 24 giugno 2011 i carabinieri seguirono i camion da una fonderia: fecero tappa all’impianto 4-5 minuti prima di ripartire per il cantiere. Nulla di illecito, secondo le difese: la fonderia certificava il materiale. Ieri è emerso che l’origine di tutto fu un’inchiesta della Dda di Milano su cave, inerti e ‘ndrangheta. Fu lo spunto per piazzare le telecamere sulla cava di Castrezzato (Brescia). Non si trovarono tracce di infiltrazioni. Ma tra i camion c’erano quelli della Locatelli.