I genitori perdono il ricorso contro l’ordinanza del Comune che chiedeva di rispettare la legge
Non vaccinato, il bimbo deve lasciare il nido
Tra qualche giorno l’asilo nido di Lovere avrà un bambino in meno. È il figlio della coppia no vax che si è rifiutata di vaccinare il piccolo e che, contro l’ordinanza del Comune che espelleva il bimbo, ha presentato ricorso al Tar di Brescia. Dopo ricorsi e sospensioni che hanno permesso al piccolo di frequentare il nido di via San Maurizio per altri tre mesi, è arrivata l’altro giorno la sentenza, che dà ragione al Comune. Il bambino verrà quindi espulso dal nido comunale di via San Maurizio (aperto fino al 31 luglio). Si tratterà di un’espulsione soft, concordata tra il sindaco e i genitori.
Con la sentenza dell’11 giugno il Tar si è così pronunciato sull’ordinanza comunale emessa il 12 marzo quando, scaduti tutti i termini, il figlio della coppia era rimasto l’unico del nido a non essere stato vaccinato. Nella prima parte La struttura
Il nido di via San Maurizio, a Lovere, frequentato dal bimbo non vaccinato della sentenza i giudici affermano che il rispetto del termine del 10 marzo per presentare la documentazione sulle vaccinazioni obbligatorie riguardava solo le famiglie che lo facevano con autocertificazione e non quelle (è il caso dei genitori no vax) che si erano avvalse della facoltà di richiesta di colloquio informativo, prevista dalla legge. La coppia ha in effetti partecipato al colloquio con il personale dell’Ats per avere una «informazione chiara e completa sull’iter e sui rischi della vaccinazione». Si era però dichiarata «insoddisfatta delle superficiali informazioni ricevute» e disponibile ad ulteriori colloqui. In realtà la sentenza elenca diversi casi in cui visite, colloqui o le stesse vaccinazioni erano state rimandate dai genitori per una ragione o per l’altra. E stabilisce che ci si trova di fronte a una «inequivoca volontà della parte di non sottoporre il minore al percorso vaccinale», con una condotta «palesemente elusiva rispetto all’assolvimento dell’obbligo». Il ricorso è respinto.
«La questione del consenso informato è fondamentale — protesta l’avvocato della famiglia, Omar Cantaluppi — e le argomentazioni del Tar sulla volontà dei genitori di non vaccinare il figlio non sono condivisibili. Avevamo anche pensato di presentare un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato ma ormai la famiglia è stanca. Aspetteremo la decisione del Comune». Decisione che però può essere una sola, spiega il sindaco Giovanni Guizzetti: «Il Tar doveva pronunciarsi sulla legittimità o meno di un nostro provvedimento, ha deciso che è legittimo e quindi l’espulsione del bambino scatterà. Mi dispiace perché non era certo nostra intenzione danneggiare nessuno. Sarebbe bastato obbedire alla legge e vaccinare il bambino come hanno fatto tutte le altre famiglie».