Corriere della Sera (Bergamo)

E la tangente «triplica»

Il tecnico comunale ha spiegato la vicenda legata a una pratica edilizia della casa di Porcino a Lallio

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Secondo gli inquirenti almeno 12 mila euro dalla Alfa Espress a Porcino.

L’ex sindaco di Spirano Giovanni Malanchini, che è anche consiglier­e regionale, è finito nella bufera dell’inchiesta sul carcere con l’ipotesi di tentata induzione indebita ma è destinato a uscirne indenne, presto, perché la Procura ha chiarito. Ha ricostruit­o un quadrilate­ro di contatti. Nel gennaio 2018 l’allora direttore del carcere Antonino Porcino sta ristruttur­ando la casa, a Lallio, è della moglie. C’è uno scantinato da condonare. Chiede a Malanchini, che con Lallio non c’entra, ma può dargli un contatto. Infatti gli indica il comandante della polizia locale, che a sua volta indica il tecnico comunale di Lallio. Porcino è sotto indagine, ci finiscono anche le persone sulle quali, intercetta­ndo, sono sorti dei dubbi. Frasi o richieste di interessam­ento da chiarire. Così hanno fatto i pm Maria Cristina Rota ed Emanuele Marchisio. Il tecnico comunale in questione, settore edilizia privata, è stato convocato in Procura. Ha chiarito che non c’è stata nessuna sistemazio­ne dello scantinato di casa Porcino. Dunque, allo stato la vicenda è relegabile ad un progetto dell’ex direttore del carcere per cui ha mosso tre persone, a catena, per capire cosa si poteva o non si poteva fare. Malanchini ha affidato a un avvocato il mandato per verificare la vicenda in Procura. «Ho capito dagli organi di stampa che il motivo per cui sono indagato riguardere­bbe una telefonata, affinché mettessi in contatto il direttore del carcere con un funzionari­o del Comune di Lallio, per una pratica. Ho fornito un numero di telefono per interposta persona e da lì non ho più saputo nulla. Vorrei contestual­izzare: mi aveva chiamato il direttore del carcere, un uomo di legge, ho dato per scontato che volesse fissare un appuntamen­to. Come è finita non lo so. Se la vicenda è questa sono sereno, ma vorrei verificare con l’accesso agli atti».

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Consiglier­e regionale Giovanni Malanchini, Lega

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