Il super reattore in viaggio tra fiumi e navi
Partito dalla Fbm Hudson per l’Asia: «Costi di logistica troppo alti»
Pesa 400 tonnellate ed è lungo più di 60 metri: sono queste le dimensioni del super reattore prodotto dalla Fbm Hudson di Terno d’Isola che ieri è partito alla volta dell’Asia (destinazione top secret). Viaggerà su una chiatta sul Po per poi raggiungere una nave.
Il viaggio che lo porterà a destinazione, tra più di due mesi, in una località asiatica top secret, è cominciato ieri sera alle 23 quando si sono chiusi i cancelli della Fbm Hudson Italiana di Terno d’Isola. La «bestia», come è stato battezzato, un reattore nel cui interno si snoda un labirinto di alta ingegneria (anche questo top secret) dove avvengono reazioni chimiche di sostanze (come il metanolo), ha impiegato una giornata intera per passare, su una distanza di 100 metri, dal capannone al cancello e dal cancello al piazzale prima di muoversi in strada, con un trasporto che più eccezionale di così non si può. Se un convoglio lungo sessanta metri, alto sei e con un peso di 400 tonnellate può essere paragonato a qualcosa, si potrebbe pensare ad un mezzo condominio viaggiante, tanto che anche le Ferrovie dello Stato, in tarda serata, sono intervenute con mezzi speciali per alzare i cavi delle linee e riuscire a farcelo passare sotto.
Tra il sopra dei cavalcavia e il sotto dei cavi elettrici un transito del genere, punta di un iceberg di un’industria meccanica dal know how che tutto il mondo invidia, è una cosa complicata. Il convoglio è diretto a Marghera ma, causa inagibilità di un paio di ponti, in particolare quello di Ponte Molino sul Tartaro, tra Lombardia e Veneto è costretto a deviare verso Mantova, al porto di Valdaro. Qui la «bestia» verrà messa su una chiatta e via canale raggiungerà Marghera: il viaggio, tra gomma e acqua, durerà non meno di due settimane.
«Ma più che una questione di tempi — evidenzia con malcelata preoccupazione Secondo Fustella, general manager di Fbm Hudson Italiana — sono i costi che lievitano in modo pazzesco. Per un transfer come questo, si va dai 200 ai 300 mila euro». Un’incidenza che sul costo del manufatto, dai 5 ai 6 milioni, è, dal punto di vista industriale, troppo alta, oltre il doppio di quello che si spenderebbe se tutto filasse liscio. E cioè se il transito su gomma fosse garantito dalla partenza all’arrivo. Ma lo snodo fondamentale dove passano le merci dell’industria della caldareria di tutto il Nord Italia, il Ponte Molino, è stato chiuso dall’Anas ai trasporti eccezionali dopo i crolli di Lecco e di Ancona. «Purtroppo questo fattore della viabilità è un cappio al collo che ci sta facendo perdere competitività nella fase finale — prosegue il manager — e in un mercato internazionale come il nostro, con grossi clienti che operano nell’ambito dell’oil&gas, la logistica è un fattore strategico».
Fustella racconta degli incontri con i clienti top: «Che si mettono a ridere. Guardano la cartina dell’Italia e chiedono: tra Bergamo e Marghera ci sono le montagne? Certo che no, rispondo io. Ci resto malissimo, e a questo punto, rivelando come stanno le cose, con una viabilità interrotta, i clienti si fanno l’idea di un’Italia dove le cose non funzionano. Di colpo, e proprio per colpa della logistica, perdiamo quella competitività che nessun altro costruttore al mondo può vantare. In nome di che cosa dobbiamo abiurare la nostra eccellenza?». L’engineering, insomma, si vanifica. «Perché non ci fanno più partecipare ai bandi, preferendo siti produttivi vicini al mare, ad esempio negli Emirati Arabi, senza queste difficoltà».
Ma sarebbe una sciagura anche solo la delocalizzazione a Marghera per i 250 dipendenti che lavorano nel sito di Terno, su 4 capannoni e 150 mila metri quadrati. Tempo tre mesi e qui verrà sfornato il fratellone della «bestia», un reattore «bestione», più grande del 30% rispetto al primo pezzo.
Il grido d’allarme I ponti non reggono il peso del trasporto «Così perdiamo competitività»
❞ Troppe difficoltà e così alti, così ci vengono preferiti siti produttivi vicini al mare che non presentano queste complicazioni sul piano logistico Secondo Fustella General manager di Fbm Hudson Italiana