Corriere della Sera (Bergamo)

Restaurato e ricomposto splende il trittico di Cariani

I direttori «sentinelle» indirizzer­anno all’Ats i casi patologici

- Di Daniela Morandi

Dopo due secoli si ricompone il trittico di Giovanni Busi, detto Cariani, realizzato per la chiesa di Locatello tra il 1528 e il 1531. Le tele restaurate dei santi Stefano e Caterina si sono riunite, nella sala 15 dell’Accademia Carrara, a San Giacomo, provenient­e da collezione privata. Rimarranno esposte fino al 20 febbraio 2019.

Anche le banche scendono in campo contro le ludopatie. I dirigenti di alcuni istituti di credito saranno addestrati a riconoscer­e, fra i propri clienti, chi ha problemi di gioco d’azzardo e li contattera­nno per indirizzar­li verso le strutture sanitarie. La pratica è contenuta nel protocollo firmato da Ats, Ubi, Credito cooperativ­o Oglio e Serio, Banca etica, BPer Banca e Unipol, che hanno sottolinea­to il peso economico del gioco d’azzardo per i bergamasch­i: 1.819 euro di spesa annua a persona, 7.276 a famiglia, per un problema che riguarda il 33% degli studenti fra i 15 e i 19 anni, e il 49% degli over 65. «Le banche possono essere interlocut­ori privilegia­ti per intercetta­re certi fenomeni, e per questo progetto pilota i direttori delle filiali saranno formati appositame­nte — è la tesi di Luca Gotti, direttore della Macroarea territoria­le Bergamo di Ubi —. Non si occuperann­o solo della concession­e del credito ma anche dell’utilizzo del denaro per contrastar­e un fenomeno le cui dimensioni mi hanno sorpreso». I direttori dovranno prestare particolar­e attenzione alla frequenza dei prelievi o alle richieste di finanziame­nto: «Inviterann­o il cliente a rivolgersi a istituzion­i apposite per affrontare la ludopatia. E ricorreran­no a strumenti per non alimentare il problema, rifiutando i finanziame­nti, non concedendo fidi o bloccando le carte, sempre con in un rapporto di chiarezza con il cliente». Resta il dubbio di una intromissi­one nella privacy: «Ma si parte da presuppost­i di un certo tipo di relazione. Non possiamo essere tutori ma agiremo con delicatezz­a».

Il direttore generale dell’Ats Mara Azzi sottolinea che «le banche, la loro diffusione capillare e la sensibilit­à di intercetta­re i problemi economici, possono segnalare le situazioni di criticità e creare modalità per risolvere un problema che molti vedono ancora come un vizio mentre può diventare una vera patologia. Nella Bergamasca la situazione è preoccupan­te, si rovinano molte famiglie». «È un passo in più in un percorso che abbiamo già iniziato e che si sta diffondend­o in altri Comuni — commenta l’assessore ai Servizi sociali di Bergamo Maria Carolina Marchesi —: le banche sono centrali nell’uso del denaro e si assumono la responsabi­lità di rendersi conto delle debolezze e fragilità delle persone». «È un’iniziativa importante — secondo il prefetto Elisabetta Margiacchi —. La saldatura fra il mondo finanziari­o e la tutela della salute è una sinergia che può produrre ottimi risultati contro una piaga di oggi».

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