Restaurato e ricomposto splende il trittico di Cariani
I direttori «sentinelle» indirizzeranno all’Ats i casi patologici
Dopo due secoli si ricompone il trittico di Giovanni Busi, detto Cariani, realizzato per la chiesa di Locatello tra il 1528 e il 1531. Le tele restaurate dei santi Stefano e Caterina si sono riunite, nella sala 15 dell’Accademia Carrara, a San Giacomo, proveniente da collezione privata. Rimarranno esposte fino al 20 febbraio 2019.
Anche le banche scendono in campo contro le ludopatie. I dirigenti di alcuni istituti di credito saranno addestrati a riconoscere, fra i propri clienti, chi ha problemi di gioco d’azzardo e li contatteranno per indirizzarli verso le strutture sanitarie. La pratica è contenuta nel protocollo firmato da Ats, Ubi, Credito cooperativo Oglio e Serio, Banca etica, BPer Banca e Unipol, che hanno sottolineato il peso economico del gioco d’azzardo per i bergamaschi: 1.819 euro di spesa annua a persona, 7.276 a famiglia, per un problema che riguarda il 33% degli studenti fra i 15 e i 19 anni, e il 49% degli over 65. «Le banche possono essere interlocutori privilegiati per intercettare certi fenomeni, e per questo progetto pilota i direttori delle filiali saranno formati appositamente — è la tesi di Luca Gotti, direttore della Macroarea territoriale Bergamo di Ubi —. Non si occuperanno solo della concessione del credito ma anche dell’utilizzo del denaro per contrastare un fenomeno le cui dimensioni mi hanno sorpreso». I direttori dovranno prestare particolare attenzione alla frequenza dei prelievi o alle richieste di finanziamento: «Inviteranno il cliente a rivolgersi a istituzioni apposite per affrontare la ludopatia. E ricorreranno a strumenti per non alimentare il problema, rifiutando i finanziamenti, non concedendo fidi o bloccando le carte, sempre con in un rapporto di chiarezza con il cliente». Resta il dubbio di una intromissione nella privacy: «Ma si parte da presupposti di un certo tipo di relazione. Non possiamo essere tutori ma agiremo con delicatezza».
Il direttore generale dell’Ats Mara Azzi sottolinea che «le banche, la loro diffusione capillare e la sensibilità di intercettare i problemi economici, possono segnalare le situazioni di criticità e creare modalità per risolvere un problema che molti vedono ancora come un vizio mentre può diventare una vera patologia. Nella Bergamasca la situazione è preoccupante, si rovinano molte famiglie». «È un passo in più in un percorso che abbiamo già iniziato e che si sta diffondendo in altri Comuni — commenta l’assessore ai Servizi sociali di Bergamo Maria Carolina Marchesi —: le banche sono centrali nell’uso del denaro e si assumono la responsabilità di rendersi conto delle debolezze e fragilità delle persone». «È un’iniziativa importante — secondo il prefetto Elisabetta Margiacchi —. La saldatura fra il mondo finanziario e la tutela della salute è una sinergia che può produrre ottimi risultati contro una piaga di oggi».