Perdite per 5 milioni Ma nei market Legler vendite in ripresa
Segnali positivi dai clienti e nuovi manager per la coop
La cooperativa Legler chiude il bilancio d’esercizio 2017 con addosso le ferite di una crisi difficile, pesante: perdite per 5,6 milioni. Un dato che include già svalutazioni e accantonamenti in vista del concordato (il piano va presentato entro il 25 luglio in tribunale) per circa 2 milioni, ma su cui pesa parecchio, per circa la metà, anche il calo delle vendite nei negozi. Il conto del 2017 sarà votato stasera dall’ultima delle tre assemblee separate sul territorio, nella sede storica di Ponte San Pietro, dopo l’esposizione del presidente Roberto Baroni. E i risultati complessivi verranno poi ratificati dai delegati nell’assemblea generale del 7 luglio. Ma ai numeri dell’esercizio, com’è noto, si aggiungono altri elementi critici: come i risparmi su libretto, bloccati dal pre-concordato, per circa 750 soci e per un totale di 9 milioni di euro. E costi sostenuti quest’anno per il licenziamento collettivo di 38 persone (i dipendenti sono passati da 162 a 98, anche dopo dimissioni e prepensionamenti).
«Quel che posso dire è che la buona riuscita del piano di
concordato, e più in generale una ripartenza della cooperativa, per me non sarà solo un impegno di tipo economico, ma prima di tutto sociale e morale», commenta Baroni. I 750 risparmiatori entreranno nel piano senza privilegi, quindi equiparati ai fornitori. «Ma anticipo già adesso che il concordato
prevederà una serie di “smobilizzi”, e cioè un utilizzo graduale di risorse che saranno disponibili, ad esempio con la vendita degli immobili, anche per i titolari di libretto, non appena si potrà». Saranno 12 gli stabili in vendita, 4 dei quali includono i negozi chiusi alle Ghiaie di Bonate, a Cene e a Seriate per gli alimentari, e ancora a Seriate per il tessile. E sarà uno l’obiettivo cruciale: vendere gli immobili mantenendo però l’attività commerciale, ad esempio tramite un affitto degli spazi.
È un piano in cui il presidente crede perché ci sono dei segnali positivi. Anzitutto dall’inizio dell’anno sono stati registrati 276 nuovi soci, più dell’1% del totale di 26.750. E non manca il buon riscontro dai negozi ristrutturati di recente, ad esempio a Treviolo e Paladina: nel primo caso più 9% per gli incassi rispetto al primo semestre del 2017 e +7,94% di clienti, nel secondo +10% di incassi e +13% di clienti. Ma non basta: «Stiamo puntando su una politica di risparmio e allo stesso tempo di rilancio, mantenendo una base solida, come l’accordo con Unes per i market — dice Baroni —. Bisognerà poi valutare quali sono i margini di miglioramento sulla fidelizzazione dei clienti, inserendoci in un’ottica di ripresa dei negozi di prossimità e continuando con una politica aggressiva dei prezzi».
Il management è stato praticamente rinnovato da cima a fondo, con Giorgio Baresi direttore generale, Giancarlo Pelarin alla Logistica, Carmine Vodola (ex Unes per l’unità food) e Guglielmo Testa, con lunga esperienza nella moda, a capo dell’abbigliamento e tessile casa. E in più, due sorprese non indifferenti per il Consiglio d’amministrazione, saranno sancite dall’assemblea generale del 7 luglio. A entrare nel mondo Legler saranno Angelo Jamoletti, già presidente della Cooperativa famiglie e lavoratori di Treviglio, modello di successo nella città della Bassa, e Massimo Monzani: già sindaco di Osio Sotto, manager di lungo corso, dall’Asl alla Serenissima Brescia-Padova, passando per Casa Amica nonché dalla vice presidenza di Confcooperative.
Nel Cda Entra Massimo Monzani, ex sindaco di Osio Sotto e già alla Serenissima
La buona riuscita del piano di concordato è un impegno morale e sociale prima ancora che economico Roberto Baroni Presidente