UNA DIGA DI CARTA
Il sentimento religioso sembra avere una proprietà in comune con l’acqua: è incomprimibile. Lo chiudi di qui e sbuca di là. Lo blocchi da una parte e rispunta all’estremità opposta. Se ne sta accorgendo chi si occupa di accompagnare verso la demolizione i degradati palazzoni di Zingonia. Finora era sembrato che gli unici problemi fossero quelli di sfrattare gli abusivi e di trovare nuovi alloggi agli altri. Invece, mentre si stanno scaldando le ruspe per le demolizioni, ci si ricorda che c’è un altro problema: trovare una destinazione anche ai fedeli musulmani, dopo che lo stanzone dell’associazione culturale «Ar-rahma» dove vanno a pregare sarà raso al suolo con il resto dei palazzi. C’è chi li ha visti affaccendarsi attorno a un capannone non lontano dal campo dell’Atalanta e teme il trasloco della preghiera del venerdì. Il sindaco di Verdellino dà l’allarme, il vicesindaco di Ciserano preannuncia sgomberi, la Regione ricorda la sua circolare sui luoghi di culto che mette fuori norma chi si azzarda a pregare senza essere munito di regolamentare variante urbanistica. Tutto giusto, tutto corretto, soprattutto di questi tempi. Ma se si ferma il sentimento religioso ai Palazzi Athena, risbuca in Corso Europa, e se si mette un blocco lì, scorrerà da un’altra parte. In prefettura lo sanno, tanto che ieri si sono ben guardati dall’affrontare il problema, facendo così preoccupare i sindaci. Il bisogno di un uomo di pregare il suo Dio non può finire nello stesso fascicolo dei condoni delle verande, e una diga di carta bollata potrebbe non bastare.