La lezione dell’amarezza, grazie ai social
Il figlio disabile preso in giro, la mamma scrive su Facebook: un caso nazionale
Un mondo in parte ribaltato, quello di oggi, in cui il termine virale (di accezione quasi completamente negativa fino a qualche anno fa) si usa per raccontare uno straordinario successo sui social. Un mondo in cui c’è ancora (forse in crescita) una buona dose di ignoranza e banalità del male, quelle si virali, se è vero che due ragazzine in viale Papa Giovanni si permettono di scimmiottare la camminata di un ragazzo disabile di 15 anni, ridendosela «di brutto» tra loro. Ma è anche un mondo in cui un testo di poche righe su Facebook può rimbalzare ovunque, ribaltare tutto, travolgere. E così è stato per Erika Defendi, originaria di Cologno al Serio ma di casa a Bagnatica, mamma del quindicenne diplegico.
Lei ha notato i gesti delle due cretinette. Avrebbe voluto riprenderle, affranta. Ma è stato proprio suo figlio Maruen a fermarla, a dirle «Mamma, le persone così ignoranti vanno ignorate». Colpita, nel bene dal ragazzino, nel male da quella tremenda presa in giro, la sera nella sua solitudine ha scritto di getto un post su Facebook. E il suo testo è diventato un caso nazionale. Solo uno stralcio: «Mio figlio mi ha resa orgogliosa della sua maturità a 15 anni, sa dare lezioni di vita. Io avevo il cuore a pezzi. Ora mi chiedo: ma che società stiamo creando? Mi rivolgo ai miei coetanei, che ormai sono genitori: ma insegnate ai vostri figli a guardare le persone diversamente abili con occhi di ammirazione anziché dire loro di non guardare oppure evitare l’argomento? La disabilità sta negli occhi di chi guarda». Numeri spaventosi su Facebook: «Il mio account si è bloccato», racconta Erika. In 48 ore, da martedì sera, 51 mila like e 34 mila condivisioni. Ma perché? «Forse perché spesso, per un genitore, parlare apertamente di un figlio disabile non è facile — prova a darsi una spiegazione la mamma —. Forse perché ho scritto quel testo di getto e traspariva molta emozione. Di sicuro, almeno stavolta, è servito far finire una propria sensazione sui social, non è stata una cosa sciocca: è stato utile condividere un momento che a me sembrava il baratro».
Il commento «Forse è davvero servito condividere un momento che a me sembrava il baratro»