Dal nome allo stadio al Donizetti rinnovato I mille progetti di patron Gewiss
La storia e i nuovi fronti aperti di continuo
Classe 1933, 85 anni da compiere il prossimo dicembre, imprenditore della filiera dei «garagisti», cioè quelli che hanno cominciato costruendo cose nei garage (come Alberto Bombassei e Pierino Persico, tanto per citarne un paio) il Cavaliere del Lavoro Domenico Bosatelli, in questo momento storico che ha visto e vede clamorose cessioni e operazioni di fusioni e acquisizioni sul suolo orobico, rappresenta un felicissimo esempio in controtendenza. Non solo all’andazzo industriale, ma anche a quello anagrafico.
La sua fulmineità di pensiero imprenditoriale è seconda solo a quella con cui, con la mezza sigaretta che sta per spegnere, ne accende subito un’altra. La freschezza del suo pensiero giovane, nell’urgenza di lasciare un segno, va oltre le colline di Cenate dove dalla sua intuizione dell’uso dei tecnopolimeri nell’impiantistica elettrica, mezzo secolo fa è nata un’eccellenza tutta italiana dal nome tedesco.
Gewiss, in lingua teutonica, significa «certamente», avverbio che non ammette dubbi di sorta, ma solo sicurezze ed con questo auspicio verbale che verrà ribattezzato lo stadio di Bergamo. Il patron nerazzurro, Antonio Percassi cercava il «named sponsor» per l’impianto restaurato e mentre già si fantasticava sul possibile interessamento di multinazionali dai nomi altisonanti, si è fatto avanti il Cavaliere in prima persona per garantirsi un contrattone pluriennale con cui abbinare il nome della sua creatura industriale alle vicende nerazzurre. Importi scalettati di anno in anno, dal mezzo milione all’insù e battesimo al primo colpo di ruspa, mentre altre ruspe sono al lavoro nell’area dell’ex Ote.
Sul suo Chorus Life Bosatelli aspetta di vedere sorgere velocemente e impazientemente il sole nella consapevolezza di aver regalato alla città un sogno al quale, oltre gli altri meriti urbanistici e architettonici, se ne possono ascrivere fin da ora altri. Ad esempio sportivi, perché le glorie cittadine della pallavolo, del basket e di altre discipline non vedono l’ora di poter giocare in un palazzetto degno di questo nome. È una molla in più, perché il fattore campo conta, eccome se conta (anche le cenerentole nei castelli si trasformano in principesse). Sono progetti ed exploit, questi ultimi, ad opera di Bosatelli che sovrastano le altre partecipazioni alla vita della città.
Quella finanziaria con una quota nel Patto dei Mille in Ubi Banca (500 mila azioni detenute e 400 mila sindacate), ma anche quella culturale che aveva visto la Gewiss come azienda fondatrice della Fondazione Nuovo Teatro Donizetti.
Il «la» all’operazione di restauro del principale teatro cittadino l’aveva dato proprio il Cavalier Bosatelli con un’elargizione di 60 mila euro. Una partecipazione che, dopo il pasticcio dell’appalto e del cambio dell’assetto statutario della Fondazione da privata a pubblica, il Cavaliere ha passato alla moglie Giovanna Terzi. Immortalata non più tardi di un paio di settimane fa, accanto all’ad dell’Atalanta Luca Percassi nel lancio del «Rosso Atalanta», un nuovo vino dell’azienda vitivinicola della famiglia Bosatelli, «La Caminella», sei ettari di vigneto sulle colline di Cenate Sotto.
Vigneti a Cenate Il vino dell’Atalanta prodotto dall’azienda vitivinicola di famiglia «La Caminella»
Teatro Il «la» per la raccolta fondi con una sua elargizione da 60 mila euro