Corriere della Sera (Bergamo)

Musica ragazzi!

Diego Matheuz dirige l’orchestra giovanile Mach per l’apertura del festival classico sul lago di Como

- Enrico Parola

«Io sono nato come violinista e cresciuto come uomo e musicista in questa esperienza; riproporla ad altri giovani in questo luogo meraviglio­so, assieme a tanti amici, è una vera gioia». Domani Diego Matheuz inaugurerà la 15a edizione di «Musica sull’acqua», panoramico festival tra scorci e borghi che si specchiano nel lago di Como. Lo farà dirigendo la Mach Orchestra, acronimo di Music Art Creativity Hub: «Un laboratori­o creativo in cui grandi profession­isti insegnano l’arte di suonare in orchestra a giovani provenient­i da Paesi sudamerica­ni come Bolivia e Colombia ed europei, tra cui greci e italiani», dice Matheuz, «sono arrivati lunedì, si studia e si prova dalle 10 del mattino alle 11 di notte perché vogliamo preparare al meglio il programma: siccome il tema conduttore è il sogno ho pensato a tre Serenate, di Bernstein, di Britten e di Mozart». Ad istruirli ci saranno professori dell’orchestra Mozart, di Santa Cecilia, della Lucerne Festival Orchestra e della Simon Bolivar, la formazione simbolo de «El Sistema» inventato cinquant’anni fa in Venezuela da Antonio Abreu. «Centinaia di orchestre infantili e giovanili che hanno cambiato la vita a quasi un milione di giovani, spesso provenient­i da situazioni di grave disagio sociale. Io ero entrato a 10 anni nell’orchestra infantile di Barquisime­to, assieme a Gustavo». Gustavo Dudamel è stato il primo rinomato ambasciato­re del Sistema, arrivando a dirigere alla Scala e in tutto il mondo; così come ha fatto Matheuz: «Da piccoli giocavamo a pallone nelle pause: si provavano anche tre sinfonie di Mahler nello stesso giorno. Passando sul podio ho continuato a giocare con i bambini che avevo davanti; qui a Morbegno i tempi sono troppo stretti, ma qualche passeggiat­a e un po’ di chiacchier­e in qualche locale non mancano mai». Gli amici con cui condivider­e questo progetto sono i musicisti con cui Matheuz ha suonato: «Conobbi Abbado quando venne a dirigere la Simon Bolivar; mi invitò a suonare nell’orchestra che aveva creato, la Mozart; un giorno, saputo che avevo iniziato a studiare direzione, senza preavviso mi chiese di lasciare il violino e prendere la bacchetta per l’ultimo movimento della settima sinfonia di Beethoven. Funzionò, e mi portò al Festival di Lucerna come suo assistente». Proprio la presenza nella Mach di musicisti delle realtà legate al nome di Abbado, della Mozart, della Lucerna e della Simon Bolivar sancisce la bontà del lavoro: «Claudio è assieme ad Abreu la figura fondamenta­le non solo per la mia carriera ma per la mia vita, unire le realtà segnate dal loro carisma è innanzitut­to un segno di gratitudin­e». Il 7 luglio, all’Abbazia di Piona, Matheuz dirigerà un’altra orchestra del festival, questa volta di soli giovani, mentre sette giorni dopo a Gravedona il direttore artistico e violinista Francesco Senese sarà accompagna­to al piano da André Gallo nelle Sonate di Fauré. Il 22 a Colico omaggio a Vadéz e al jazz cubano con Alexis Cardenas.

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 ??  ?? Generazion­i di virtuosi Nella foto grande, l’orchestra giovanile «Simon Bolivar» dalla cui esperienza è nata la Mach. In senso orario: le prove della Mach, Antonio Abreu fondatore della Bolivar e Diego Matheuz
Generazion­i di virtuosi Nella foto grande, l’orchestra giovanile «Simon Bolivar» dalla cui esperienza è nata la Mach. In senso orario: le prove della Mach, Antonio Abreu fondatore della Bolivar e Diego Matheuz
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