INCERTEZZE E PLUSVALENZE
I dodici milioni per due ragazzi in aiuto al bilancio dell’Inter Suning I tifosi in attesa dei colpacci di mercato per continuare a sognare
Èfuori discussione: finora l’Atalanta ha fatto un sontuoso mercato, per l’Inter. Comprargli due ragazzini, che messi assieme non vantano nemmeno un secondo in serie A, per 12 milioni (7 Bettella, 5 Carraro) è sicuramente un colpo memorabile. In tutti i sensi: per chi vende e per chi compra. Ma sarebbe pura cattiveria fermarsi al semplice dato di fatto. Nella realtà vera, non bisogna essere Einstein per capire che questi due acquisti sono amabili gesti di Percassi nei confronti dell’amico Suning, il cinese titolare della ditta interista, che aveva l’impellenza assoluta di centrare 45 milioni dalle plusvalenze, per rimettersi in riga con i regolamenti Uefa. Che cosa sia una plusvalenza è risaputo, solo un ripassino veloce per i distratti: è la differenza tra quanto ti è costato un giocatore e quanto ti ha fatto poi incassare al momento della vendita. Chiaro che le plusvalenze più succulente si registrano sui ragazzini cresciuti in casa: costo zero, prezzo di vendita tutto plusvalenza. Parlando dei fenomeni Bettella e Carraro, sono costati niente e portano in cassa 12 milioni. Altro che plusvalenza, è un autentico miracolo. Profano, ma miracolo. Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, arriva subito questo. D’altra parte, i rapporti tra Percassi e Suning sono talmente idilliaci che nel mo- mento del bisogno l’Atalanta non potrebbe mai sottrarsi al bel gesto. Ci sta. Basta saperlo. Basta fermarci alla pura verità, senza nemmeno tentare l’acrobazia — con stridore di unghie che scivolano sugli specchi — di raccontare i due ragazzini come ottimi acquisti. Se Percassi giustamente reagisce spaventato all’idea di comprare un big da 20 milioni — «mai e poi mai, non ce lo possiamo permettere» —, risulta parecchio faticoso accettare che gli sembri equo spendere 12 milioni per due infanti.
Via, nessuno qui ha l’anello al naso. Tant’è vero che in giro per la provincia permane una preoccupata altalena, tra attesa e perplessità, sul mercato con cui la nuova Atalanta va in ritiro. Curioso: Gasperini è arrivato a un millimetro dall’andarsene, sbattendo la porta, perché la società non lo considera nelle faccende di mercato. Quello che sin qui ha ottenuto, in concreto, è la vendita di Cristante, uno dei suoi intoccabili. O lui si è spiegato male, o in società non hanno compreso bene. Di certo, non possono essere le solite scommesse al buio di Sartori, stavolta Reca e Varnier, a cambiargli la vita. E l’umore. Evidente, il tecnico si aspetta altro. E con lui, l’intero suo popolo di devoti. Tutti noi.
Finora non sono neppure mancati i classici tormentoni dell’estate, cui l’Atalanta ci ha abituati da varie stagioni, vedi ad esempio i Thereau che poi finiscono alla Fiorentina. In questo caso, prima Defrel e poi Jankto. Concretamente, in pura sostanza, restiamo però a zero. Per una squadra che riparte in una seconda avventura europea, manca qualcosa. Il primo colpo da chiudere subito è il riacquisto di Freuler, nel senso che con la testa potrebbe già essere lontano per le offerte arrivate, e
che quindi l’Atalanta deve a tutti i costi trattenere e motivare, perché questo svizzero è il nostro vero motore. Poi serve il nuovo Cristante. Poi servirebbe sempre il centravanti da 15-20 gol: tutti noi speriamo sia Barrow, ma nel dubbio sarebbe meglio averlo subito pronto.
Il resto, a fantasia. Tenendo però sempre sul tavolo la lista delle richieste di un certo Gasperini, l’unico che si è meritato fino in fondo il diritto d’essere accontentato. Quanto a noi, gasperinos sognatori, facciamo festa alla nuova Atalanta cullando una segreta convinzione: in realtà, Percassi ha già il colpaccio pronto. Il colpaccio che ci zittirà e ci farà saltare sulla sedia. Per capire se anche stavolta sarà solo una patetica illusione, abbiamo tutta un’estate davanti.
Sognatori In realtà pensiamo che Percassi abbia già il colpaccio pronto che ci zittirà