Furto di gioielli al suo titolare, condannata
Una ventina di orologi, ma anche anelli con brillante, bracciali e collane. Preziosi rivenduti ai compro oro. Un’ex commessa è stata condannata a 3 anni per il furto nella gioielleria in cui lavorava, in Borgo Palazzo.
Orologi da uomo e orologi da donna, in oro. Ma anche anelli «solitari» con brillanti, bracciali, orecchini, catenine e girocolli. Sembra la lista di un catalogo di gioielli, invece è l’elenco dei preziosi per cui una (ex) commessa è finita a processo per furto.
Aggravato dal fatto di averlo commesso nel posto di lavoro, nella gioielleria Marchesi, di Borgo Palazzo, a Bergamo, tradendo così la fiducia del titolare. Con l’aggravante, la condanna è alta, nonostante lo sconto di un terzo del rito abbreviato: tre anni, ha deciso il giudice Gaetano Buonfrate nei confronti di Federica Capuano, 27 anni, di Sarnico. Il triplo del patteggiamento a un anno, con pena sospesa, che accusa e difesa avevano proposto al giudice Antonella Bertoja, che però l’ha respinto. Rispetto ai fatti, la stessa ragazza aveva «confessato» al suo titolare.
La vicenda risale a quattro anni fa. Era marzo del 2014 quando il commerciante si accorse che mancavano dei gioielli. Capitò quasi per caso. Un giorno si presentò un cliente per chiedere di vedere un orologio d’oro. Per mostrarglielo, il gioielliere aprì alcuni contenitori. Si accorse così che mancavano oltre venti orologi. Un furto. Nel negozio non c’erano telecamere per risalire a chi potesse essere stato. Ma il titolare dubitò della commessa. La chiamò e lei — così denunciò lui ai carabinieri — ammise. Non solo.
Aggiunse che negli ultimi mesi aveva preso anche altro. Roba che in tutto valeva sui 75.000 euro. Ma non aveva più nulla. Gli disse che aveva venduto i preziosi in diversi oro cash della città e della provincia. Il gioielliere non abbe altra scelta: chiamò i carabinieri e sporse denuncia. I militari cercarono di recuperare parte della merce tra i diversi compro oro, ma non ne venne recuperata più della metà.