Corriere della Sera (Bergamo)

Molestie e spaccio in strada Se l’integrazio­ne non c’è

Nigeriano espulso, ventenne del Mali a processo

- Tommaso Accomanno

Vicini di casa e negozianti lo avevano denunciato più volte per comportame­nti molesti, tanto che dal questore aveva ricevuto un provvedime­nto di «ammoniment­o», come un cartellino giallo. Martedì per «Jonathan», soprannome di un nigeriano di 29 anni con casa in Borgo Santa Caterina, è scattata l’espulsione. Anche sulla base delle condanne riportate per lesioni personali aggravate in concorso e resistenza a pubblico ufficiale, gli è stata rigettata la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno e, contestual­mente, è stato emesso provvedime­nto di espulsione con accompagna­mento al Centro permanenza rifugiati di Torino. Ieri mattina il giudice di pace di Torino ha convalidat­o il provvedime­nto di trattenime­nto del giovane presso in attesa di rimpatrio.

È finita male anche per Mohamed Toure, maliano di 20 anni con precedenti, ospite al Patronato San Vincenzo a Bergamo. Quando a novembre 2017 gli era stata rifiutata la richiesta di protezione internazio­nale lui ha fatto ricorso che è tuttora in fase di valutazion­e. Ma martedì pomeriggio, dopo aver cercato di ingoiare della droga, è stato arrestato dalla polizia per resistenza e spaccio.

Mohamed Toure è stato fermato per un controllo da due agenti in borghese in via Bonomelli all’angolo con via Quarenghi. Il ventenne, nell’istante in cui uno dei due poliziotti gli si è avvicinato, ha cercato di allontanar­si dicendo: «Cosa vuoi?». Dopo aver capito che si trattava di agenti della polizia, Toure ha tirato fuori dalla tasca dei pantaloni un involucro di hashish del peso di 4 grammi e ha cercato di ingoiarlo. Gli agenti l’hanno bloccato non senza fatica. Dopo di che, hanno recuperato la droga e gli hanno sequestrat­o poco più di 450 euro.

Ieri mattina, il giovane richiedent­e asilo è stato processato per direttissi­ma. Davanti al giudice, Toure si è difeso sostenendo che aveva l’hashish «solo per uso personale». Il giudice Gaetano Buonfrate ha convalidat­o l’arresto e gli ha imposto il divieto di dimora a Bergamo e in provincia. Il processo è stato rinviato al 23 luglio.

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