Corriere della Sera (Bergamo)

Auto e bici Un decalogo per aiutare la convivenza

- Andrea Camurani

Due modi diversi per muoversi: uno su pedali e sellino, l’altro sulle quattro ruote e al volante. Comportame­nti che diventano punti di vista, stili di vita e filosofia su come si debba vivere la strada. Nella pratica, però, dobbiamo fare i conti coi 46 ciclisti che nel 2016 persero la vita sulle strade lombarde perché coinvolti in incidenti stradali. Per questo il Comune di Gallarate nel 2017 ha dato vita ad un progetto che prevede la posa di cartelli nelle strade di maggiore transito per ricordare alcune regole di comportame­nto in una sorta di decalogo. E se l’anno scorso il consiglio era: «Stai attento alle portiere» o «Non viaggiare con le cuffie», quest’anno il messaggio sarà rivolto agli automobili­sti. E così, fermi al semaforo di Viale Milano, via Torino e passando dai numerosi stradoni della città leggeremo: «Non distrarti alla guida», o «Prima di aprire la portiera guarda lo specchiett­o». Testimonia­l della campagna #usalabicic­lettainsic­urezz a, che coinvolge Regione Lombardia e Aci, sono l’ex ciclista varesino Ivan Basso, originario di Cassano Magnago, il due volte campione del mondo Gianni Bugno e l’ex ferrarista Ivan Capelli che proprio dall’autodromo di Monza, dove si è tenuta la presentazi­one del progetto ha anche suggerito l’undicesimo cartello: «Aprire le portiere delle auto con la mano destra, come avviene nel Nord Europa: un modo per essere obbligati a girare il capo e guardare se da dietro proviene qualcuno». L’obiettivo è diminuire gli incidenti mortali con ciclisti. «Ma soprattutt­o, il nostro sogno, è di vedere una città con bimbi che vanno a scuola in bici, magari accompagna­ti dai genitori», dice l’assessore alla sicurezza Francesca Caruso che guarda alle due ruote anche come uno strumento per abbattere l’inquinamen­to. Le iniziative prevedono poi il coinvolgim­ento delle scuole, un «BiciDay» con la chiusura del centro storico e un percorso esclusivam­ente riservato alle biciclette. Il problema degli incidenti è molto sentito anche dai grandi campioni. Lo stesso fuoriclass­e monzese Gianni Bugno ha ammesso di non andare più in bicicletta: «Ci tornerò solo quando le strade saranno davvero sicure».

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