Corriere della Sera (Bergamo)

Impresario edile evade contributi per 5 milioni

Denunciato a Villongo. Altra frode a Carvico

- F.P.

Ville, case, denaro e auto di lusso sono state sequestrat­e dalla Guardia di Finanza al termine di due indagini legate all’evasione o alla frode fiscale. Il primo caso riguarda un imprendito­re edile di Villongo che era riuscito ad avere fino a 141 dipendenti con cantieri in tutta la Lombardia. Questo grazie ai prezzi bassi che poteva permetters­i non pagando imposte dirette, Iva e senza versare i contributi, con un’evasione di 5 milioni. L’azienda era intestata a due prestanome e i suoi beni alla moglie, dalla quale si era separato. Ma secondo i finanzieri si trattava di una separazion­e fittizia, perché i due vivevano ancora insieme. Sono così stati sequestrat­i beni per un milione e mezzo. La seconda indagine è milanese e ha portato agli arresti domiciliar­i un imprendito­re con villa a Carvico. Secondo l’accusa, tra il 2013 e il 2016 ha fatto da prestanome a un consorzio di aziende che lavorano la carne per una frode da 300 milioni di euro.

Era seduto al volante della sua Bmw 520 quando lo hanno fermato e gli hanno notificato che quell’auto veniva posta sotto sequestro, insieme alla casa, al conto in banca e tanta altra roba. Proprio perché si era scoperto che la vettura da 35 mila euro che stava guidando era nella sua disponibil­ità e non era della moglie, come aveva fatto credere. Moglie alla quale erano intestati anche tutti i beni e dalla quale risultava formalment­e separato, anche se in realtà continuava a vivere con lei. Insomma, la Guardia di Finanza di Sarnico ha impiegato un po’ a dipanare una ragnatela creata da un imprendito­re edile, prima di denunciare lui e altri due persone alle quali aveva intestato la propria azienda.

Alessandro Colosio, 49 anni, geometra di Sarnico abitante a Villongo, è, secondo i finanzieri, il responsabi­le di un’evasione fiscale da 5 milioni di euro ed è stato denunciato per omesse dichiarazi­oni, indebite compensazi­oni e distruzion­e della contabilit­à. Per gli stessi reati sono stati denunciati anche Simone Foresti, 39 anni, di Sarnico e Alessandro Lubian, 43 anni, di Magenta (Milano), accusati di essere i prestanome che in diversi periodi sono risultati gli ufficiali titolari della Antema srl, impresa edile fondata nel 2010 con sede legale a Brescia ma con la reale sede operativa a Castelli Calepio.

Un’impresa grossa, che lavorava molto anche in periodo di crisi dell’edilizia: quando i finanzieri hanno cominciato a guardarla da vicino, cinque anni fa, dava lavoro a 141 operai. I cantieri erano sparsi ovunque in Lombardia, tra le province di Brescia, Mantova, Milano e Brianza, ma anche in Piemonte ed Emilia. Questo nonostante il fatto che l’azienda non possedesse alcun macchinari­o ed era solo, nella definizion­e degli inquirenti, «un contenitor­e di dipendenti». Ma riusciva ad ottenere tante commesse perché praticava quelli che vengono descritti dai finanzieri come «prezzi fuori mercato». Tariffe basse che la Antema poteva permetters­i perché, secondo le accuse, non versava le imposte dirette, né l’Iva, e neppure contributi previdenzi­ali e assistenzi­ali per i dipendenti, con il meccanismo delle compensazi­oni mediante l’utilizzo di crediti inesistent­i.

L’indagine dei finanzieri di Sarnico coordinata dal pm Davide Palmieri nell’ambito della ricerca di evasori nel settore edile, si è scontrata all’inizio con la «totale assenza di contabilit­à aziendale» dell’Antema. Ma grazie a una serie di accertamen­ti bancari, di perquisizi­oni e poi di colloqui con profession­isti, clienti, fornitori e dipendenti della società, i finanzieri sono riusciti a ricostruir­e il volume d’affari e i redditi non dichiarati dalla società, ufficialme­nte amministra­ta da Foresti e Lubian ma gestita di fatto da Colosio. Il quale peraltro non risultava essere proprietar­io di case e nemmeno di auto: era tutto intestato alla moglie dalla quale si era separato. Il geometra risultava infatti essersi trasferito nella casa dei genitori, sempre a Villongo. Ma gli appostamen­ti dei finanzieri hanno accertato che nella residenza ufficiale Colosio non c’era mai e che invece i coniugi continuava­no a vivere insieme, uscire a cena, fare viaggi e accompagna­re la figlia a scuola. Infine il gip Bianca Maria Bianchi ha emesso un decreto di sequestro preventivo finalizzat­o alla confisca di beni per un valore complessiv­o di 1.536.122 euro, tra i 70 mila euro in contanti,

La notifica Il sequestro dell’auto da 35 mila euro consegnato mentre la stava guidando

la villa, diverse automobili, motociclet­te e quote societarie.

Fino alla serata di ieri non è stato possibile contattare l’avvocato Emanuela Varinelli, legale di Colosio, per conoscere la versione dei fatti dell’indagato.

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Indagine L’inchiesta sull’evasione è stata condotta dai finanzieri della Brigata di Sarnico

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