Balneabilità, Bergamo batte Brescia Ma le alghe danneggiano la pesca
Le reti si sporcano e diventano pesanti Da settimane i pescatori sono a mani vuote
Nel derby del lago d’Iseo, Bergamo batte Brescia. Secondo i dati di Legambiente — i campioni sono stati prelevati il 3 luglio —, l’inquinamento delle acque è nei limiti a Costa Volpino, Tavernola e Castro; oltre, a Pisogne, Monte Isola e Sulzano. Quello che preoccupa, è la pesca, perché da quaranta giorni non si prende un pesce. Colpa delle microalghe, proliferate molto probabilmente a causa degli sbalzi di temperatura della primavera, in superficie e sul fondo, che intaccano le reti rendendole troppo visibili ai pesci che le notano e girano alla larga.
«Entro i limiti» batte «fortemente inquinato»: nello storico derby fra le due sponde del lago d’Iseo sono ormai lontani i tempi in cui il versante bresciano era pulito e balneabile e quello bergamasco no. Da qualche anno i rilievi della Goletta di Legambiente certificano il rovesciamento della situazione. Anche se, nel frattempo, i pescatori si scontran o c o n i p r o b l emi d i microalghe.
Il 3 luglio dieci tecnici di Legambiente hanno prelevato campioni d’acqua. Quelli di Pisogne e Monte Isola sono risultati «fortemente inquinati» e quelli di Sulzano «inquinati», sempre per batteri fecali. Situazione che conferma quella dello scorso anno. In compenso è «entro i limiti» l’acqua alla foce del torrente Rino a Tavernola, al canale di Costa Volpino, alla foce del Borlezza a Castro e alla foce dell’Oglio a Costa Volpino. Due situazioni, queste ultime, che erano oltre i limiti lo scorso anno. «Ma le ultime piogge possono avere rimescolato l’acqua: il lago resta sporco», è il dubbio di Dario Balotta, presidente di Legambiente Basso Sebino. «Prima di ritenerci soddisfatti dei risultati della sponda bergamasca, ci riserviamo di effettuare ulteriori controlli con la prossima Goletta — conferma Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia —. Tutti gli anni rileviamo le stesse criticità, e la situazione sulla sponda bresciana continua a preoccupare. Per questo presenteremo degli esposti». Legambiente specifica di «non volersi sostituire ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità». Tanto che l’Ats bresciana ha stabilito la balneabilità della sua parte di lago, e l’Ufficio sanità pubblica di quella bergamasca ha stilato un’elenco di spiagge bergamasche ritenute «eccellenti», che parte proprio dalle foci del Borlezza a Castro e del Rino a Tavernola e prosegue con Costa Volpino (Bersaglio), Lovere (Lido Cornasola), Parzanica (Punta la Pietra), Predore (San Rocco, Corno, Eurovil, Campitino), Riva di Solto (Camping 30 Passi, Strada vecchia, Bögn), Sarnico (Lido dei Poveri, Nettuno), Solto Collina (Gre).
I rilevatori hanno solcato un lago che, nella parte centrale, è di un intenso colore verde. E non è un bel segno. «I pescatori — racconta Balotta — dicono che da quaranta giorni è impossibile pescare per la presenza di microalghe in superficie e sul fondo. Le reti restano gravate da questa materia melmosa che le rende pesantissime». La proliferazione delle microalghe, dovuta forse agli sbalzi di temperatura della primavera, si è presentata ai primi di giugno, proprio quando stava scadendo il divieto di catturare le sardine. «Ma adesso proprio le sardine si riescono a prendere, per il resto è un problema — spiega Andrea Soardi della Pescheria Montisola —. Il problema è che le reti sono così sporche e cariche di alghe che i pesci le notano e girano alla larga». «Spesso non si trovano coregoni o lavarelli — aggiunge Pietro Barbieri della Cooperativa pescatori di Clusane —. Stranamente però si prendono tinche da due chili, che sono le più buone ma troppo grosse per i ristoranti. So che ci sono dei locali che devono comperare il pesce altrove. Ci sono giorni che non vale nemmeno la pena di uscire».
Il problema Le reti piene di alghe diventano troppo visibili per i pesci, che così le evitano