Caso Foppolo, Formigoni testimone
Convocato dal pm dopo le parole dell’ex sindaco di Carona, Arioli. Sentito anche Raimondi
L’ex presidente della Regione Roberto Formigoni è stato sentito in procura sulla «vicenda Foppolo», dopo che l’ex sindaco di Carona Mauro Arioli lo aveva citato parlando di una cena. Formigoni non esclude di aver conosciuto l’ex sindaco di Foppolo, Beppe Berera, ma ha preso le distanze. Anche l’ex assessore regionale Marcello Raimondi è stato sentito. E l’imprenditore Sergio Lima, in carcere, è stato interrogato per 5 ore.
Dieci minuti alle 10, Roberto Formigoni parcheggia davanti alla procura. Nessun autista, nessun assistente, nessun permesso speciale. L’ex presidente della Regione Lombardia scende dalla Giulietta color crema con cui é arrivato, chiede informazioni per un parcheggio e due minuti dopo sposta l’automobile. Entrerà dal portone principale, mescolandosi al via vai dai bar delle colazioni sul lato del palazzo di piazza Dante e dagli uffici giudiziari.
Ore dieci e 40 minuti, Formigoni a passo spedito si sta già incamminando verso il parcheggio interrato di Piazza della Libertà, sul retro della procura. Respinge con cortesia e con un «nessuna dichiarazione» ogni domanda, non vuol nemmeno dire se sia stato lì per la vicenda Foppolo.
Il dubbio è lecito perché a fine giugno Mauro Arioli, l’ex vicesindaco di Carona, parlando con i giornalisti, ha citato l’ex Governatore lombardo dopo che con il pm Gianluigi Dettori e la Guardia di finanza, vuotando il sacco sulla «cresta» sulla seggiovia Conca Nevosa, a suo dire sovrafatturata di 200 mila euro da spartirsi tra lui stesso, l’allora sindaco di Fopmesse polo Giuseppe Berera, l’imprenditore dei mezzi militari Carlo Montini e l’imprenditore dello sci Sergio Lima.
Che cosa c’entra Formigoni? È stato sentito come persona informata sui fatti dopo che Arioli ha parlato di una cena, allargando i rapporti alla politica oltre il confine bergamasco. «Mi ricordo che eravamo a Treviglio, con tutta la combriccola di Cl. Raimondi (l’ex assessore regionale Marcello ndr) organizzava a Stezzano serate di preghiera. Poi c’era il “Robertino” Formigoni, come lo chiamava il “Birolda” (l’ex sindaco di Valleve Santo Cattaneo, ndr): “Robertino fà mia ol bambo, mandà sö i solc”, gli diceva ridendo in bergamasco». I soldi sono il prestito a tasso agevolato di 2,5 milioni di euro di Finlombarda per la cabinovia di Foppolo che la Regione ha revocato lo scorso febbraio, dopo la notizia delle rendicontazioni farlocche am- dall’ex sindaco di Foppolo Giuseppe Berera, allora ai domiciliari ma ora in carcere per il nuovo filone sulla tangente in Austria.
La frase in dialetto e il diminutivo del nome sono espressioni che si usano tra amici o, quanto meno, con persone con cui si ha confidenza. Un tipo di rapporto che fa a pugni con la versione di Formigoni davanti al pm e alla finanza. L’ex presidente della Regione non ha escluso di aver incontrato Berera, ma più che altro in occasioni istituzionali. Non escluderlo è qualcosa di molto diverso dal ricordarsi bene di lui, dalla frequentazione e dalla confidenza. Amici, no. È innegabile che il finanziamento regionale sia arrivato sotto la sua presidenza, infatti non l’ha negato. Ma ai suoi occhi, a capo della macchina politica del Pirellone e non di un solo ufficio, Foppolo poteva essere una tra le tante località montane che avevano chiesto sostegno economico.
A proposito della cena a Treviglio, Arioli ha detto che era presente anche Raimondi, ex assessore regionale all’Ambiente della giunta formigoniana e allora consigliere regionale. Anche lui é stato convocato in Procura, ieri in tarda mattinata. Ha parlato più a lungo di Formigoni, anche perché lui, da bergamasco, é per forza di cose più legato al territorio. Conosce Berera, avrebbe sorpreso il contrario. E perorare le cause del territorio, meglio ancora portare a casa i risultati, si sa, è un bi-
glietto da visita in politica. Ma ieri, cercato al telefono, non ha risposto.
Sentire Formigoni e Raimondi dev’essere servito alla Procura come termometro per misurare, tra l’altro, la credibilità di Arioli. Questa inchiesta nata dal rogo doloso delle seggiovie di Foppolo, che già si era allargata ad una presunta associazione per delinquere e alle ipotesi di bancarotta, truffa, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e falso, attraverso le sue parole é lievitata ancora. Il suo racconto della «cresta» sulla seggiovia è stato incrociato con il denaro finito su due conti di Montini, a Inssbruck, Aus t r i a . S e condo i l pm Gianluigi Dettori da lì è passata la tangente di 75.000 euro da Lima a Berera. Loro, in carcere, hanno ammesso davanti al gip. Ieri, Lima, anche in un nuovo interrogatorio davanti al pm. Lungo, dalle 15 alle 20. Quella «stecca» non è stata la sola. Qualche altra cifra, ma piccola, è stata versata. Ma più che ammettere, Lima ha voluto spiegare il meccanismo dei soldi girati sui conti. E dire che ha sì pagato per lavorare, ma rispetto al valore degli appalti, ha preso meno soldi. Per i lavori alla Conca Nevosa ( da qualche milione), dice, la sua Snowstar è fallita. E pure a Foppolo non è stato del tutto pagato.
L’imprenditore Sergio Lima (in carcere) interrogato per cinque ore dal pm sul giro dei conti in Austria