Un pellegrinaggio tra il Sebino e la Val Seriana
«Dopo aver percorso quattro volte il Cammino di Santiago, ho pensato di riproporre qui quell’esperienza»: così Gabriella Castelli, ideatrice di un percorso di 315 km e 17 santuari, da fare a piedi in 12 giorni.
Gabriella Castelli
«B uen camino!». Risuonerà anche in Valle Seriana l’esclamazione che tradizionalmente accompagna i pellegrini diretti a Santiago de Compostela? È nata l’Alta Via delle Grazie, un pellegrinaggio spirituale che collega, a piedi, 17 santuari e diverse chiese mariane tra la Valle Seriana e l’Alto Sebino: 315 chilometri, soprattutto lungo i sentieri delle Prealpi Orobiche, da percorrere in 12 giorni, sostando in rifugi e monasteri. Il 15 luglio si terrà l’inaugurazione, con partenza alle 9 dalla chiesa di Castione della Presolana.
L’idea è di Gabriella Castelli, 42 anni, di Vertova, che ha fatto quattro volte il cammino di Santiago, lavorando anche come «hospitalera» volontaria in un ostello di Guemes, in Spagna. «Ho pensato di riproporre questa esperienza nel mio territorio, a partire dalle bellezze esistenti», racconta. Ha iniziato a mappare sentieri e santuari con l’aiuto di Giovanni Battista Merelli, altro vertovese esperto di montagna. La camminata tocca, tra l’altro, Bergamo, Selvino, Vertova, Premolo, Ardesio, Valbondione, Castione, Sovere, Monte Isola, Gandino, Fiobbio.
Nel territorio sono incastonate piccole perle, come il Santuario delle Sante Capitanio e Gerosa, a Lovere, in stile arabeggiante. La tappa in Val de Gru, tra il monte Cornagera e il Poieto, conserva intatta la presenza del mondo contadino. E se si parla di spettacoli della natura, è sempre degna di nota la Valle Vertova, conosciuta anche fuori provincia. Un’esperienza per i temerari, il «ponte ballerino» di Villa d’Ogna, sospeso e traballante sul fiume Serio. Suggestivo anche il percorso tra Castione e Sovere, per il paesaggio naturale della Val di Tede e la tradizione rurale di Cerete Basso, dove sono ancora attivi due mulini. Per i più devoti, non mancano tappe per contemplare reliquie, come alla chiesa parrocchiale di Fiobbio, che conserva l’urna della beata Pierina Morosini.
Lungo il percorso, sono molti gli ostelli e le soluzioni di religiosi o privati che permettono di sostare a prezzi economici. Nel convento dei frati cappuccini di Sovere, dove Gabriella Castelli lavora, e dalle suore orsoline di Gandino è possibile fermarsi facendo un’offerta libera.
«Andare a piedi è sempre stata la mia passione — continua Castelli —, ma il cammino spirituale è una terapia, per guarire da pensieri negativi, per condividere davvero qualcosa. È difficile descriverlo per chi non lo fa. Di solito si dice che “è la vita concentrata”».
Il progetto è supportato dall’associazione Cammino di Sant’Agostino, pellegrinaggio che esiste già da alcuni anni e che, in 26 giorni, collega a piedi 50 santuari in 7 province della Lombardia. L’anno scorso ha aggiunto un altro ramo di itinerario, detto «Rosa rampicante», che, volendo, si può fare separatamente, e che si sviluppa in 18 giorni tra la valle del fiume Adda e la Valtellina. L’Alta Via delle Grazie ha un punto di contatto con quella di Sant’Agostino, dal santuario di Caravaggio risalendo per i sentieri del parco del Serio.
«I numeri della Valle Seriana — dice Renato Ornaghi, dell’associazione Cammino di Sant’Agostino — saranno naturalmente diversi rispetto a Santiago, percorso storico che attira 150 mila persone all’anno. Però l’obiettivo è proporre l’itinerario bergamasco a chi magari è già stato in Spagna e cerca un’esperienza più breve ma non per questo meno affascinante. Sarà possibile attirare visitatori internazionali grazie all’aeroporto di Orio al Serio». E conclude: «Viaggiare con lo spirito del pellegrino amplifica l’esperienza religiosa. Ma se ci si pensa, una camminata in montagna è di per sé un viaggio spirituale».
Dopo 4 cammini di Santiago, ho pensato di riproporre qui quell’esperienza
Ideatrice del percorso