Duno, gli abitanti al voto per sopravvivere
Domani il referendum sulla fusione con il comune di Cuveglio: «Qui non c’è nemmeno un negozio»
Ci sono 123 abitanti di un minuscolo comune in cima alle montagne della Valcuvia, nel Varesotto, che domenica terranno le dita incrociate affinché vincano i «sì». Domani si voterà per decidere se fondersi con un paese del fondovalle molto più grande, Cuveglio, che ha 3.400 residenti e soffre in termini finanziari dello stesso problema: mancano i soldi per programmare il futuro, denaro che la fusione farebbe arrivare nelle casse del nuovo ente. Ma qui in montagna, dove venne combattuta una delle prime battaglie della Resistenza, le cose sono molto diverse dal fondovalle, dove comunque ci sono banche e supermercati. A Duno non è rimasto più nulla e sono anni che anche l’ultima attività ha chiuso. Era una locanda che di giorno si trasformava in piccolo negozio di alimentari: si chiamava «Dove Osano Le Aquile». Con la fusione, qualora dovessero vincere i «sì», il nuovo comune avrebbe più risorse a disposizione: i tecnici hanno calcolato circa 370 mila euro l’anno, più altri 100 mila che potranno venire spesi per investimenti perché verrebbe sbloccato il patto di stabilità, che oggi si chiama «equilibrio finanziario».
«In realtà siamo un paese molto vivo, dove esistono percentuali di volontariato da capogiro se confrontate con quelle di altri centri — racconta il sindaco di Duno, Francesco Paglia, architetto milanese trasferitosi nella casa di famiglia —. Tradotto, vuol dire che abbiamo una decina di persone pronte a dare una mano agli altri: quasi il 10 per cento della popolazione. Non è poco». Ci sono anche coppie che qui decidono di venire a vivere perché, con meno servizi, i prezzi delle case restano bassi, ma tra Duno e la strada statale ci sono tremendi tornanti e quando nevica guidare è una scomodità. Coppie forse invogliate dal bonus di 500 euro che il Comune regala ad ogni nuovo nato. «Abbiamo quattro bimbi che ogni giorno vengono accompagnati a scuola da un pulmino — spiega il sindaco — . Ma senza negozi non possiamo trattenere i residenti, e in questo modo il paese è a rischio. Se passasse il referendum potemmo investire sul turismo con sentieri per mountain bike e un parco avventure per bambini. Oggi invece fatichiamo anche a trovare qualche centinaio di euro per l’acquisto di telecamere per la sicurezza».
Il referendum è consultivo, e non prevede quorum, ma è decisivo per la creazione del nuovo comune. Gli elettori dovranno decidere anche il nome, e scegliere tra Valcuvia o Cuveglio Duno. In paese si è formata una corrente bipartisan dove anche la minoranza vuole fondersi con Cuveglio. Ma il campanilismo è in agguato: un mese fa un analogo referendum si è tenuto tra altri due paesi della provincia, Varano Borghi e Ternate: a prevalere furono i «no».