Corriere della Sera (Bergamo)

Berera interrogat­o per altre due ore

L’ex sindaco in carcere interrogat­o per due ore e mezza

- Di Maddalena Berbenni

L’ex sindaco di Foppolo Giuseppe Berera (a destra) è tornato a rispondere alle domande del pm Gianluigi Dettori e dei finanzieri. Assistito dall’avvocato Enrico Pelillo per due ore e mezza ha chiarito alcuni aspetti su cui si era già espresso. Ha ammesso la tangente da 75 mila euro passata sul conto austriaco di Carlo Montini e ha ribadito che i quasi 700 mila euro usciti dalla Brembo Super Ski e destinati a una società di Hong Kong dovevano essere un investimen­to. Invece si è trattato di una truffa che non ha avuto il coraggio di denunciare. Sostiene di non sapere nulla dell’incendio doloso e si è difeso sulla turbativa d’asta.

Dell’incendio assicura di non sapere nulla. Ammette la tangente da 75 mila euro prelevata sul conto austriaco di Carlo Montini. E ribadisce che quei 700 mila euro persi sulla via di Hong Kong erano usciti dalle casse della Brembo Super Ski (Bss) per un investimen­to-truffa, che lui, l’ex sindaco dai modi spavaldi, non osava denunciare. Troppa vergogna.

Il quarto interrogat­orio di Giuseppe Berera, 50 anni, in carcere dal 25 giugno, sembra non spostare di molto il quadro finora delineato dagli inquirenti. Aveva già parlato a febbraio 2017, da semplice indagato. Poi, i due interrogat­ori di garanzia: il primo ad aprile, quando era finito ai domiciliar­i per la serie iniziale di contestazi­oni, il secondo per la corruzione dopo il trasferime­nto in via Gleno. Nelle due ore e mezza (dalle 16 alle 18.30) davanti al sostituto procurator­e Gianluigi Dettori e agli uomini del Nucleo di polizia economico finanziari­a della Gdf, Berera ha più che altro puntualizz­ato alcuni aspetti di quanto gli è stato contestato finora.

Gli inquirenti sono partiti dall’incendio doloso alle seggiovie, la notte tra il 7 e l’8 luglio 2016, l’evento che ha dato il «la» all’inchiesta. Non sa chi è stato, né perché, crede solo che si tratti di qualcuno della valle. Del resto, non era il primo episodio. Perché, poi, avrebbe dovuto appiccarlo, o farlo appiccare, se sarebbe bastato un corto circuito per avere i soldi dell’assicurazi­one garantiti? Con l’avvocato Enrico Pelillo al suo fianco, Berera si è difeso anche sulla presunta gara truccata per l’installazi­one della telecabina. Un bando, per l’accusa, cucito addosso all’imprendito­re amico Sergio Lima, lo stesso che gli aveva fatto avere i soldi a Innsbruck, tra il 2011 e il 2014. Non voleva nemmeno indirla quella gara, Berera, perché non era a conoscenza delle novità inserite nella legge sugli appalti di qualche mese prima. È tornato a spiegare che il bresciano titolare della Graffer e prima ancora della Snowstar era il migliore nel commercio di impianti di risalita usati, che aveva già predispost­o il progetto e che le società maggiori del settore non erano interessat­e al cantiere. Insomma: nega che ci sia stata una gara truccata.

Il pm ha cercato di capire di più anche sulla fumosa operazione di Hong Kong, l’ipotetica bancarotta. I finanzieri c’erano arrivati scavando nel marasma delle truffe alla Regione. Avevano notato che una fattura emessa dalla Graffer il 20 giugno 2015 per 550 mila euro come acconto per la telecabina non era registrata nella contabilit­à della Bss. E sull’estratto conto originale della banca avevano scoperto che quel giorno era partito un bonifico da 539 mila euro a favore della Maitland Ltd di Hong Kong. Un altro, da 139 mila euro, sempre alla Maitland, è del 21 aprile precedente. In quel periodo la Bss era già in affanno, Berera ha confermato che attraverso vari intermedia­ri quella gli era stata presentata come un’operazione per acquisire una società con in pancia linee di credito per oltre 10 milioni. Quando però si erano presentati per la seconda volta nella banca finanziatr­ice di Montecarlo, il fantomatic­o direttore era sparito. Come i soldi della Bss. Per la vergogna non aveva avuto il coraggio di denunciare. Era tornato in valle con le tasche vuote e la speranza di salvare la stazione sciistica.

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L’arresto Giuseppe Berera è in carcere per corruzione dal 25 giugno

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