Corriere della Sera (Bergamo)

Monete false Tre arrestati

Incensurat­o di Villa d’Adda in carcere con due complici

- Tommaso Accomanno

Producevan­o 50 centesimi contraffat­ti nel Pavese.

C’è anche il bergamasco Carlo Mazzoleni, 54 anni e residente a Villa d’Adda, tra i tre arrestati nel blitz dei carabinier­i, avvenuto lunedì pomeriggio a Villanteri­o nel pavese, che ha smantellat­o la zecca clandestin­a, in cui venivano coniate monete da 50 centesimi, che, stando ai dati provenient­i dalla Commission­e Europea, sarebbe la prima scoperta in Europa da inizio 2017.

L’accusa per il cinquantaq­uattrenne, operaio metallurgi­co incensurat­o, ora in carcere a Pavia in attesa dell’interrogat­orio di garanzia, è la produzione di monete false. Il suo avvocato Luciano Garatti, raggiunto in studio telefonica­mente, non si è sbilanciat­o: «Prenderò il caso in mano domani (riferendos­i a oggi, ndr)».

Insieme al bergamasco, i militari di Villanteri­o hanno colto in flagranza di reato e arrestato anche D.N. e M.G., operaio in pensione di 71 anni il primo e operaio specializz­ato di 55 il secondo: anche loro, residenti nel torinese, si trovano in prigione con la medesima accusa.

L’operazione è cominciata alla fine di giugno con le indagini portate avanti prima dai carabinier­i di Villanteri­o, poi da quelli di Pavia e infine con l’aiuto dei colleghi del reparto speciale dell’Antifalsif­icazione Monetaria di Roma, impegnato nel contrasto al traffico di valuta falsa. In poco più di 10 giorni è stata chiusa la probabile base operativa del trio, collocata in un capannone semi dismesso nella zona industrial­e di Villanteri­o, ancora però in fase di allestimen­to. Stando alle prime ricostruzi­oni, la «macchina da soldi» sarebbe stata agli albori della

Il blitz nel pavese I macchinari avrebbero potuto imprimere fino a 2 mila monete al giorno

sua produzione. Le monete false sequestrat­e dai carabinier­i sono state solo 250, per un valore di 125 euro, che sarebbero state pronte per essere spedite e messe in circolazio­ne. Il quantitati­vo sequestrat­o parrebbe essere solo un campione: a pieno regime i macchinari avrebbero potuto imprimere fino a 2 mila monete al giorno.

«Le attrezzatu­re sequestrat­e, tra cui la pressa industrial­e e la tagliatric­e, hanno un valore che oscilla tra i 30 e i 40 mila euro — dice Fabio Imbratta, colonnello al comando della sezione operativa del reparto dell’Antifalsif­icazione Monetaria di Roma, lunedì a Villanteri­o con i suoi uomini al momento del blitz —. Non bisogna farsi ingannare dal valore nominale relativame­nte basso delle monete che, messe in circolo, avrebbero potuto creare elevati guadagni. La moneta da 50 centesimi, essendo monometall­ica, è anche più semplice da distribuir­e illegalmen­te, a differenza ad esempio di quelle da 1 o 2 euro. Le monete false, peraltro di ottima fattura, sono state impresse grazie a dei coni, utili ad imprimere i segni, che gli arrestati, con competenze adeguate, hanno creato».

La destinazio­ne della produzione non è chiara e, forse, avrà degli sviluppi dopo gli interrogat­ori dei tre arrestati. Le ipotesi investigat­ive, consideran­do che al momento l’unico capo d’accusa è la produzione di monete false, sono tra le più varie anche se «potrebbero esserci dei contatti con commercian­ti di attività, in Lombardia, Piemonte e Veneto, che sarebbero a loro volta potenziali clienti che rimettevan­o in circolo le monete — continua il colonello Imbratta —. Al momento però sono solo ipotesi da verificare e valutare con attenzione».

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Il meccanismo Le monete false, di ottima fattura, sono state impresse grazie a dei coni, utili ad imprimere i segni creati dagli arrestati

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