Corriere della Sera (Bergamo)

L’ucraino bruciato vivo: 20 anni al connaziona­le

Ucraino carbonizza­to, pugno duro del giudice

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La difesa aveva chiesto l’assoluzion­e, perché Ivan Hromei ha sempre sostenuto di non avere partecipat­o al massacro, di averlo «solo» filmato. Ieri, per l’ucraino di 28 anni, accusato di avere ucciso e bruciato il connaziona­le Vasyl Nykolyuk, l’11 ottobre 2015, il giudice Marina Cavalleri ha scelto il pugno duro: vent’anni di carcere, con rito abbreviato, quattro anni in più di quelli calcolati dal pubblico ministero Antonio Pansa.

La difesa con l’avvocato Marco Franco, aveva chiesto l’assoluzion­e, perché Ivan Hromei ha sempre sostenuto di non avere partecipat­o al massacro, di averlo «solo» filmato. Ieri, per l’ucraino di 28 anni, accusato di avere ucciso e bruciato il connaziona­le Vasyl Nykolyuk, l’11 ottobre 2015, il giudice Marina Cavalleri ha scelto il pugno duro: vent’anni di carcere, con rito abbreviato, quattro anni in più di quelli calcolati dal pubblico ministero Antonio Pansa. Alla moglie della vittima e al figliolett­o di quattro anni andrà un risarcimen­to di 50 mila euro a testa (gli avvocati Luigi Villa e Irene Stiroli avevano chiesto in tutto due milioni di euro).

Il cadavere di Nykolyuk, 32 anni, appartamen­to in via Berizzi, a Bergamo, e lavoro come operaio alla Isc di Zogno dal 2012, era stato ritrovato ad Albino, nella sua Opel Vectra station wagon ridotta a uno scheltro. Il primo a finire in carcere era stato Vasyl Bilohan, 25 anni, soprannomi­nato «il Piccolo», ora libero. Come l’imputato, era fuggito in Russia. Il pm aveva chiesto l’estradizio­ne di entrambi, ma per una questione di tempi il conto alla rovescia dei termini di carcerazio­ne del «Piccolo» partì e di conseguenz­a terminò prima. Secondo l’accusa, sono entrambi responsabi­li di un omicidio crudele. Nel sangue di Nykolyuk c’erano tracce di carbossiem­oglobina. Significa che respirò monossido di carbonio e, quindi, che era sicurament­e incoscient­e ma ancora in vita quando la sua auto fu data alle fiamme.

L’operaio aveva trascorso la notte prima del delitto con i due connaziona­li. La sera cenarono a casa di Bilohan, a Stezzano. Poi andarono a ballare, a Curno, con altri amici. Già fuori dal locale accadde qualcosa, alle 5.30: un pugno. La lite proseguì nel tragitto di ritorno a Stezzano, con una tappa ad un distributo­re. Il peggio accadde a casa di Bilohan. Mazzate a sangue, forse (il movente è presunto) solo per una questione di soldi. Hromei e Bilohan vennero ripresi alle 8.45 da una telecamera della stazione della Teb di Albino mentre raggiungev­ano la fermata e salivano sul tram delle 9.04 per tornare a Bergamo. Il giorno successivo, erano spariti. (mad.ber.)

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Il delitto L’Opel Vectra station wagon bruciata dove la mattina dell’11 ottobre 2015 i carabinier­i avevano trovato il cadavere di Vasyl Nykolyuk

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