Uccise in hotel «Sapeva quello che faceva»
È pienamente capace di intendere e di volere, dunque imputabile, Fabrizio Vitali, il manovale disoccupato di Bottanuco, 61 anni, che la mattina del 20 agosto 2017 ha ucciso con un colpo di pistola alla testa Sarah Ekegbe, 37 anni, nigeriana, prostituta che frequentava da tempo (sotto, l’arresto). Lo ha stabilito nell’incidente probatorio il perito Sergio Luca Monchieri. L’omicidio era avvenuto all’albergo Diana, a Dalmine, stanza numero 24, affacciata sulla statale. La coppia ci andava spesso, cenavano e passavano la notte. Lui c’era arrivato la sera prima del delitto con la sua Vespa e la Glock calibro 9x21 infilata in tasca. L’aveva acquistata da sei mesi, dopo avere ottenuto il porto d’armi per uso sportivo. Il fatto che fosse andato all’appuntamento armato ha spinto l’accusa a contestare anche l’aggravante della premeditazione. Vitali aveva sparato mentre Sarah Ekegbe era di spalle, sul letto, spiegando poi, una volta in carcere, che aveva paura di lei. A suo dire, era diventata aggressiva, lo picchiava perché pretendeva più incontri, più soldi. Il manovale, invece, era rimasto senza lavoro e non riusciva a permettersi i due, tre incontri a settimana del primo periodo. Dopo averla uccisa, la mattina, aveva chiamato i soccorsi, mentre in hotel nessuno si era reso conto del dramma. I carabinieri lo avevano trovato in corridoio, la pistola ancora in mano. A questo punto, gli atti saranno rimandati al pm per l’avvio dell’iter processuale. (mad.ber.)