Corriere della Sera (Bergamo)

Festa della Dea nel segno di Mondonico

Dopo due anni di stop, tra cori e ricordi

- di Federico Fumagalli

I bambini, i loro genitori e i nonni. Alla Festa della Dea, nel parcheggio esterno di Oriocenter, atalantini di diverse generazion­i. Dopo due anni di stop, è ripartita tra cori e ricordi. Omaggio a mister Emiliano Mondonico: per lui hanno suonato i Nomadi.

Senza prestare attenzione alla legge del glamour, secondo cui ogni festa che si rispetti è associata a uno e un solo colore, la Festa della Dea si ripresenta per la 15esima volta in rigoroso bicolor. Nerazzurro ovunque. Più intenso se possibile, dopo due anni di stop.

Il parcheggio esterno di Oriocenter, ospita atalantini di diverse generazion­i. I bimbi di oggi (Emily, forse, è la più piccolina, un anno appena) spesso in divisa d’ordinanza. I loro genitori e i nonni. I ragazzini molto entusiasti: «Non vediamo l’ora di giocare l’Europa League, quest’anno abbiamo maggiore esperienza e in più c’è Zapata», spiega Alberto. Sono tanti gli ultrà della Curva Nord, che organizza l’evento.

Ieri la prima di sei serate (si chiude martedì), piene di passione atalantina, musica e ricordo. Il primo, intenso omaggio, è quello a Emiliano Mondonico, scomparso lo scorso 29 marzo. Perché il Mondo non si è fermato mai un momento, sempre presente nella memoria di chi gli ha voluto bene: «Se penso a lui mi viene il magone. Il mister resta nel cuore di tutti noi tifosi. Rimarrà un simbolo», confida Maria. Suonano, anche per Mondonico, gli amati Nomadi. Un mini concerto d’eccezione, fuori tournée, in cui il gruppo di Beppe Carletti (che nel 2018 celebra i 55 anni di carriera) ha suonato «alcune canzoni più Io vagabondo». In scaletta, oltre alle intramonta­bili Io voglio vivere e Dio è morto, c’è Senza patria, commovente saluto in musica all’allenatore di Rivolta d’Adda, cui l’intera sei giorni è ufficialme­nte dedicata, anche con testimonia­nze di amici e famigliari. Altro leitmotiv della festa è il tributo alle recenti bandiere. Stasera tocca a Giulio Migliaccio. Poi sarà il turno di Gianpaolo Bellini (domenica) e Cristian Raimondi (lunedì). Nei prossimi giorni, i sentiti «in memoriam» di Davide Astori e Piermario Morosini. Tra gli anniversar­i dello spareggio di Genova (40 anni fa) e di Atalanta-Malines (trentennal­e), spazio anche al contempora­neo. Sono attesi, fra gli altri, mister Gian Piero Gasperini, il presidente Antonio Percassi e la dirigenza nerazzurra, alcuni giocatori dell’attuale rosa atalantina.

«Sono contento che la società punti tanto sui giovani. Tumminello mi piace molto», dice Davide, 18 anni, che del ventenne ex attaccante del Crotone è quasi coetaneo. Il giovane tifoso si congeda con un grido, che è comune a tutti: «Forza Atalanta!».

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