Aeroporto osservatorio speciale «Auto immatricolate all’estero per evadere il bollo regionale»
Il capitano: 200 casi segnalati. Parking, c’è chi altera le targhe delle navette
Droga, soldi, sigarette, bolli auto. Controlli, sequestri, indagini. Per la Guardia di finanza, Orio al Serio è un «osservatorio speciale». Il capitano Nicola Gazzilli, 33 anni, originario di Bari, scuola sottufficiali più Accademia, esperienza a Malpensa, per tre anni ha comandato la compagnia dell’aeroporto. A fine mese lascia per lavorare nel nucleo di polizia economico e finanziario di Padova.
L’aeroporto è un crocevia di persone e, potenzialmente, di reati. Oltre agli interventi del momento che cosa fate?
«Orio al Serio è un punto di osservazione da cui possono arrivare diversi spunti di indagine. Capire i fenomeni dietro ai singoli episodi è quello che facciamo».
Da Orio passano numerosi ovulatori: siete riusciti a risalire ai fornitori?
«Quando ne fermiamo uno, gli salviamo la vita. A Malpensa un ragazzo africano, di 27 anni, morì per un ovulo in corzione che si ruppe. Il mio primo giorno a Orio, il 4 agosto 2015, indagammo su un pachistano arrivato da Atene con mezzo chilo di ovuli di eroina. Il responsabile gestiva i traffici da un negozio di kebab, a Bologna. La chiamammo “Operamo». Salonicco”. Altre — Wolaf, Codice alfa, Bon voyage — permisero di scoprire altri traffici, anche di Ketamina».
Un tempo la nascondevano in valigia, poi hanno iniziato a ingerire gli ovuli. Che cosa si sono inventati ancora i corrieri della droga?
«Utilizzano gli ovuli in gel, non visibili con la radiografia. Ma all’ospedale Papa Giovanni con la tac si vedono anche quelli. Oppure, mettono in valigia felpe e giubbini intrisi di cocaina ed eroina attraverso un procedimento chimico. Con un altro procedimento, la estraggono dai tessuti».
❞ Da qui possiamo cogliere spunti per altre indagini, non ci fermiamo agli episodi Nicola Gazzilli Comandante
Solo dall’inizio dell’anno sono transitati 4.980.248 passeggeri. Voi siete 70 in tutto, serviranno rinforzi.
«A volte è necessario svolgere lavoro straordinario, anche di notte, anche per 24 ore. Lavoriamo in collaborazione con l’Agenzia delle dogane. È vero, i fronti sono diversi e bisogna fare i conti con l’aumento del numero dei passeggeri, ma attraverso uno studio statistico e un’analisi dei fenomeni abbiamo trovato il modo per ottimizzare le risorse che abbiapo
Per esempio?
«Se la droga e la valuta vengono trovate a viaggiatori solitari, con solo un paio di jeans in valigia, e già questo è sospetto, eviteremo di concentrarci sulle famiglie».
Avete anche sequestrato sigarette di contrabbando.
«È un fenomeno in crescita, come confermano i quantitativi sequestrati passati da 159 chili lo scorso anno a 300 chili. Non solo le sigarette vengono contrabbandate ma anche contraffatte. E questo aumenta i rischi per la salute».
Avete giurisdizione all’interno ma anche all’esterno dell’aeroporto. Fuori, come?
«Uno dei nostri compiti è la tutela del bilancio dello Stato e degli enti locali. Abbiamo notato un fenomeno diffuso: italiani che immatricolano le automobili nei Paesi dell’Est, oppure cittadini dell’Est con residenza in Italia che utilizzano auto con targa straniera. Qui siamo stati i primi ad accorgerci, questi servizi verranno estesi ad altri reparti».
Se le auto sono immatricolate all’estero, riscuotere le multe diventa un’impresa.
«Sì, oppure i proprietari lo fanno per pagare un’assicurazione più bassa. Ma mentre su questi fronti possiamo fare poco, attraverso i controlli possiamo risalire a chi non paga il bollo. È un’evasione diffusa. Li segnaliamo alle Regioni di residenza in modo che possano recuperare le somme».
Sono molti?
«Dal 2017 abbiamo segnalato oltre 200 casi. Spesso sono auto di grossa cilindrata».
I parcheggi privati sono un business che può attirare persone oneste e meno oneste. In passato vennero incendiate delle automobili. Che controlli fate voi?
«Tuteliamo la concorrenza leale e le imprese oneste. Abbiamo scoperto, per esempio, che due società alteravano le targhe delle navette».
Con che scopo?
«Dopo il terzo ingresso, non si può più sfruttare la sosta breve; bisogna pagare quella lunga. Queste navette, invece, si accodavano a chi entrava e con la targa manomessa pensavano di non essere rintracciate. Controllando le due società, abbiamo anche rilevato lavoratori non in regola».