In scena Modigliani Ribelle e aristocratico
La vita del pittore, domani ad Azzano, nel monologo di Crestacci
Da tutti è ricordato per i suoi ritratti delle donne sensuali e aristocratiche dai colli di cigno, ma conduceva anche una vita burrascosa e bohémien che gli ha dato la fama di artista maledetto per antonomasia.
«Modigliani» è l’intenso ritratto del pittore, tra i più importanti del 900, che il collettivo livornese Mo-wan teatro porterà in scena, domani, nel giardino della scuola primaria di Azzano San Paolo per la rassegna «A levar l’ombra da terra» (alle 21.30, ingresso gratuito). Il monologo è inter- pretato da Michele Crestacci, che ne è anche autore insieme al regista Alessandro Brucioni. Alternando dinamiche drammatiche a parentesi divertenti, lo spettacolo racconta la vita di Modì dalla nascita avvenuta a Livorno nel 1884 fino alla morte a Parigi per tubercolosi quando aveva 35 anni.
L’artista si era trasferito nella capitale francese, allora culla della cultura, conducendo una vita di stenti. Ribelle e dal carattere ruvido, non si sentiva gratificato e non riusciva ad avere relazioni neppure con Picasso che per primo aveva fiutato il suo talento. «Il nostro è uno sguardo sulla sua città che non ne ha riconosciuto il talento e che se l’è anche dimenticato, una provincia e comunità ristretta, conservatrice e ostile al rinnovamento — spiega Brucioni —. Ma si ride anche come quando ripercorreremo la clamorosa beffa del 1984, il ritrovamento nei canali delle teste scolpite, dai critici valutate come originali, in realtà dei falsi».