Il pm: 9 anni alla banda dei furti
Due a dibattimento. Al complice 13, con lo «sconto»
Erano in quattro. Uno, «Lepur» nelle intercettazioni, fuggì. Il 9 dicembre 2016, gli altri tre, tutti albanesi, vennero arrestati dopo un tentativo di fuga, a San Donato Milanese. Il 3 luglio scorso Shemsi Karaj, 25 anni, è stato condannato a 13 anni e 2 mesi per 31 furti in casa (due finirono in rapine). Scelse il rito abbreviato, lo sconto. Gli altri due, invece, sono andati al dibattimento. Nessuno sconto di rito per Erion Martinaj, 34 anni, ed Eduart Meco, 29, ma a conti fatti rischiano una condanna inferiore. Il pm Giancarlo Mancusi ha chiesto 9 anni di carcere, per entrambi (li aveva chiesti anche per Karaj). Tra loro e il complice c’è una differenza. Karaj usava l’Audi con un gps piazzato dalla polizia, a sua insaputa, che secondo le indagini era nei posti dei colpi, negli stessi orari. Dal 6 novembre al 9 dicembre 2016, in diverse province, sei a Orio, Carobbio, Comun Nuovo e Boltiere. I due, è l’accusa, sono legati a lui dall’arresto. Lo sarebbero stati anche da una frase di Karaj: «Da quando ho preso la macchina non è entrato nessun altro». Ma il tribunale ha revocato la propria ordinanza di trascrizione delle intercettazioni: la Cassazione dice che sono inutilizzabili gli atti di indagine non depositati. Secondo il pm c’è anche un filo rosso «logico» che lega i tre: «Dovevano agire in pochi minuti, quindi dovevano essere sempre gli stessi per fidarsi. Squadra che vince non si cambia». Domani, parola agli avvocati Claudio D’Ercole e Fabrizio Cardinali, di Milano.