Corriere della Sera (Bergamo)

«Lukaku e Ibra i modelli Che giocatore Barrow»

L’INTERVISTA DUVAN ZAPATA

- @matteomagr­i Matteo Magri

Da lui ci si aspetta molto. In primis per l’investimen­to messo sul piatto dai Percassi che potrà ammontare, se il giocatore verrà riscattato dalla Sampdoria tra due anni, a 26 milioni. Duvan Zapata, al contrario della sua fisicità, è un ragazzo timido. Risponde a modo alle domande utilizzand­o un tono di voce basso. Sorride appena. Sa cosa società, allenatore e tifosi si aspettano da lui: gol. «Il primo l’ho già segnato (in amichevole con il Chiasso, ndr) e anche se era un’amichevole sono contento che sia arrivato alla mia partita d’esordio con l’Atalanta — le parole del bomber —. Segnare è importante ma in questa parte di stagione voglio mostrare le mie caratteris­tiche, cosa posso offrire alla squadra anche se la forma ottimale è lontana».

Con il Gasp si corre parecchio. Soprattutt­o nei boschi. Fino allo sfinimento, perché è necessario mettere nel serbatoio molta benzina. Un po’ perché il gioco del tecnico piemontese lo richiede; un po’ perché i nerazzurri, ancora una volta, dovranno giocare tre competizio­ni. «Ho fatto fatica anche perché qui lavoro diversamen­te — continua Zapata —. Le sensazioni sono buone, il gruppo è bellissimo e stiamo lavorando per arrivare pronti alle prime gare ufficiali. Il mio obiettivo personale? Fare meglio dell’anno scorso in termini di gol e continuare a crescere nel calcio italiano. Quello della squadra? È importante fare bene ovunque e fare un ulteriore step anche in Europa. Ma andiamo con calma, aspettiamo prima di fissare traguardi importanti».

Poi il calciatore spiega la trattativa che lo ha portato da Genova a Bergamo: «All’inizio pensavo di rimanere, poi tutto è stato molto veloce. Il presiedent­e e l’allenatore mi hanno fatto sentire importante, mentre il mio vecchio club non ha fatto molto per trattenerm­i, così ho sfruttato l’occasione». Altra cosa che potrà fare, sarà sfruttare gli assist delle due ali offensive: «Ilicic e Gomez hanno grandissim­a qualità. Mi ha stupito molto Barrow. L’avevo visto all’opera l’anno scorso, ma pensavo fosse meno forte. Diventerà un grande e secondo possiamo giocare insieme». Se diventerà forte come Lukaku, l’uomo che lo ha colpito di più al Mondiale, o Ibra, uno dei suoi miti, non sa. A proposito di Russia 2018, la competizio­ne, Duvan, l’ha mancata di un pelo. «Ero triste perché sono stato a un passo dalla convocazio­ne. Ma da ora penso all’Atalanta. E poi, se farò bene qui, arriverà nuovamente la chiamata della Nazionale».

❞ Un consiglio per l’acquisto di un giovane colombiano? Potrei fare un nome qualunque, l’ultima è una generazion­e in crescita

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