«Lukaku e Ibra i modelli Che giocatore Barrow»
L’INTERVISTA DUVAN ZAPATA
Da lui ci si aspetta molto. In primis per l’investimento messo sul piatto dai Percassi che potrà ammontare, se il giocatore verrà riscattato dalla Sampdoria tra due anni, a 26 milioni. Duvan Zapata, al contrario della sua fisicità, è un ragazzo timido. Risponde a modo alle domande utilizzando un tono di voce basso. Sorride appena. Sa cosa società, allenatore e tifosi si aspettano da lui: gol. «Il primo l’ho già segnato (in amichevole con il Chiasso, ndr) e anche se era un’amichevole sono contento che sia arrivato alla mia partita d’esordio con l’Atalanta — le parole del bomber —. Segnare è importante ma in questa parte di stagione voglio mostrare le mie caratteristiche, cosa posso offrire alla squadra anche se la forma ottimale è lontana».
Con il Gasp si corre parecchio. Soprattutto nei boschi. Fino allo sfinimento, perché è necessario mettere nel serbatoio molta benzina. Un po’ perché il gioco del tecnico piemontese lo richiede; un po’ perché i nerazzurri, ancora una volta, dovranno giocare tre competizioni. «Ho fatto fatica anche perché qui lavoro diversamente — continua Zapata —. Le sensazioni sono buone, il gruppo è bellissimo e stiamo lavorando per arrivare pronti alle prime gare ufficiali. Il mio obiettivo personale? Fare meglio dell’anno scorso in termini di gol e continuare a crescere nel calcio italiano. Quello della squadra? È importante fare bene ovunque e fare un ulteriore step anche in Europa. Ma andiamo con calma, aspettiamo prima di fissare traguardi importanti».
Poi il calciatore spiega la trattativa che lo ha portato da Genova a Bergamo: «All’inizio pensavo di rimanere, poi tutto è stato molto veloce. Il presiedente e l’allenatore mi hanno fatto sentire importante, mentre il mio vecchio club non ha fatto molto per trattenermi, così ho sfruttato l’occasione». Altra cosa che potrà fare, sarà sfruttare gli assist delle due ali offensive: «Ilicic e Gomez hanno grandissima qualità. Mi ha stupito molto Barrow. L’avevo visto all’opera l’anno scorso, ma pensavo fosse meno forte. Diventerà un grande e secondo possiamo giocare insieme». Se diventerà forte come Lukaku, l’uomo che lo ha colpito di più al Mondiale, o Ibra, uno dei suoi miti, non sa. A proposito di Russia 2018, la competizione, Duvan, l’ha mancata di un pelo. «Ero triste perché sono stato a un passo dalla convocazione. Ma da ora penso all’Atalanta. E poi, se farò bene qui, arriverà nuovamente la chiamata della Nazionale».
❞ Un consiglio per l’acquisto di un giovane colombiano? Potrei fare un nome qualunque, l’ultima è una generazione in crescita