Corriere della Sera (Bergamo)

I sette «Pensieri» del Trio Kanon

- Enrico Parola

Emergente L’Orta Festival, nei suoi diciannove anni di storia, ha creato amicizie artistiche con alcuni grandi interpreti, sempre però cercando di portare sulla riva del lago più vicina all’isola di San Giulio anche volti nuovi, giovani talenti emergenti. Così il direttore artistico Amedeo Monetti, fa esibire oggi nella chiesa di Santa Maria Assunta il Trio Kanon (Orta San Giulio, ore 21.15, € 15). Dopo i recital di Simonide Braconi, prima viola dell’orchestra della Scala, e l’ormai affermato pianista Alessandro Taverna, arriva questo ensemble che ha studiato col Trio di Parma (altri «amici» del festival attesi per il prossimo weekend) e che deve il suo nome a una doppia etimologia. La più ovvia è l’assonanza con la forma musicale del canone, l’altra si riferisce a due parole giapponesi, «ka» che significa nome e «on» che vuol dire musica, la cui unione crea l’espression­e «musica fiorente». Già apprezzato, il Kanon si è imposto sulla ribalta maggiore grazie ai trionfi (oltre al primo premio altri due riconoscim­enti) al concorso di Pinerolo e Torino; oggi accosta il Trio in la minore di Ravel e quello celeberrim­o di Dvorak «Dumky», pagina fragrante dove l’amore del boemo per la sua patria riecheggia nei ritmi campestri e nelle melodie popolari. Il titolo slavo significa «pensiero», e sette sono i pensieri musicali in cui si articola l’opera.

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Il Trio Kanon

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