Un hotel con spa negli Uffici statali Cantiere al Nuovo
Lavori al via a settembre nell’ex cineteatro
Si intravvedono i primi spiragli di luce per il futuro di alcuni grossi complessi edilizi del centro di Bergamo. A cominciare dal teatro Nuovo, deserto da tredici anni e da tempo in attesa di essere trasformato in «Sapori e dintorni», supermercato di qualità firmato Conad. Mentre si è in attesa di preparare il piano di recupero per la soletta interna, è stata depositata in Comune la Segnalazione certificata di inizio attività, e se non ci saranno intoppi i primi lavori partiranno a settembre. Più complicata la situazione per il palazzone degli Uffici statali, da anni in vendita a 26 milioni. Gli enti che lo occupano si trasferiranno nella ex caserma Colleoni, i cui lavori però termineranno solo tra due anni. Nel frattempo due possibili acquirenti si sono fatti avanti. Uno vorrebbe realizzare negozi al pian terreno, una spa al primo e secondo piano e un albergo di lusso da 90 camere all’ultimo. L’altro invece pensa a un centro commerciale.
Si riaccendono le luci al Teatro Nuovo, e per il palazzo degli Uffici statali si intravvede in lontananza un avvenire da hotel di lusso con centro benessere: un po’ alla volta prende forma la destinazione di alcuni grossi complessi del centro di Bergamo da tempo in cerca di futuro.
Se la burocrazia non si metterà di mezzo, dovrebbe partire fra due mesi il cantiere dell’ormai secolare teatro di largo Belotti dopo 13 anni di buio, abbandono e calcinacci pericolanti. I lavori isseranno sotto le maschere della Commedia e della Tragedia che ancora occhieggiano nel timpano della facciata l’insegna di «Sapori e dintorni», un supermercato di qualità che rappresenta la versione di Eataly targata Conad. Solo poche settimane fa la cooperativa bolognese diceva che l’intervento era stato messo in fondo alla pila dei progetti che Conad ha in corso in tutta Italia. «È stata depositata in Comune la Segnalazione certificata di inizio attività — conferma Giorgio Nosari per conto della famiglia proprietaria dello stabile —. Se non ci saranno problemi si partirà con i lavori a settembre, mentre per l’apertura non è ancora possibile fare previsioni». Servirà comunque un piano di recupero a parte per creare la soletta che allungherà l’attuale galleria e aumenterà gli 800 metri quadrati di superficie calpestabile. Si tratterà di un investimento di due milioni per Conad, che firmerà un contratto d’affitto di sei anni rinnovabili per altri sei.
Decisamente più remota la messa a punto dei progetti per i 18 mila metri quadrati del palazzone tra largo Belotti e via Partigiani. Una grossa fetta del complesso è appena stata lasciata libera dalla Guardia di Finanza, che ha traslocato agli ex Riuniti. Sono rimaste le Agenzie delle Entrate, delle Dogane e del Territorio, che in realtà avrebbero dovuto andarsene da al-
I tempi Gli Uffici statali saranno liberati solo fra 2 anni, per questo i compratori rimangono in attesa
meno un anno e mezzo: l’idea era di trovarsi una sede propria per smettere di pagare 2.211.175 euro di affitto annuo al Fondo immobili pubblici. Dopo avere rinunciato a realizzare un nuovo edificio a Colognola come previsto da un primo bando, è stata scelta la ex caserma Colleoni. Della quale bisognerà però aspettare la fine della ristrutturazione, e secondo le previsioni servirà un paio d’anni. Nel frattempo il contratto d’affitto è scaduto e le tre agenzie continuano a restare lì grazie a un «indennizzo di occupazione», con sconto di circa 300 mila euro dal 1° luglio. Nel frattempo il Fip, attraverso lo studio Rizzetti, sta ancora cercando un acquirente per il palazzo: il prezzo è di 26 milioni. Ma proprio l’allungamento dei tempi per la liberazione del complesso (con tutti gli eventuali imprevisti del caso) sta rallentando l’intervento degli interessati.
Che ci sono, e hanno le idee chiare. Per esempio uno di loro (si parla del Gruppo Percassi ma non ci sono conferme ufficiali) vorrebbe realizzare spazi commerciali al pianterreno, una spa di lusso al primo e secondo piano, e un albergo con una novantina di camere collegato al centro benessere all’ultimo. L’altro operatore sarebbe invece più interessato a creare un centro commerciale. In entrambi i casi ci potrebbe essere anche una porzione residenziale ma limitata a mille o duemila metri. Troverebbero porte aperte dal Comune: «L’intervento rientrerebbe nelle possibilità della variante 10, che prevede anche la realizzazione di grandi strutture di vendita — spiega l’assessore alla Riqualificazione Urbanistica Francesco Valesini —. Naturalmente servirà poi il parere della Soprintendenza, ma mi risulta che si voglia intervenire sull’interno lasciando intatto l’esterno». Anche il Fip ha una sua idea (sulla quale deciderà entro dicembre): quella di giocare d’anticipo, realizzando un progetto e ottenendo tutti i relativi permessi per vendere infine il tutto chiavi in mano. In quel caso il prezzo salirebbe a 35 milioni.