Gli agganci politici e le autorizzazioni che arrivavano sempre
Nell’arzigogolato puzzle sui misteri di Foppolo era ovvio che gli inquirenti puntassero a dare una forma anche ai contatti politici dell’ex sindaco Giuseppe Berera. Voci al riguardo se ne raccolgono a piene mani in valle e non sempre è facile distinguere tra leggenda e realtà.
Cinquant’anni, due mandati e mezzo non solo come sindaco, anche come indiscusso governatore della stazione sciistica, Berera teneva incorniciate nel suo ufficio le fotografie di Roberto Formigoni sulle piste, ai magnifici tempi dei protocolli d’intesa da milioni di euro. Se le rimirava dalla scrivania, con il sigaro acceso e il tablet a portata di mano. Interrogato come persona informata sui fatti, l’ex presidente della Lombardia aveva raccontato di quella spedizione in Alta Valle con il suo braccio destro bergamasco, l’assessore all’Ambiente Marcello Raimondi. Nega, però, che ci siano stati favori di qualche genere.
Ieri lo ha fatto anche Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti tra il 2013 e il 2015, tirato in ballo per la faccenda della telecabina. È lo stesso Berera a sostenere che in quegli anni l’esponente di spicco del centrodestra ciellino gli fece da sponda per ottenere la proroga sulla scadenza della vita tecnica dell’impianto. Lo dichiara agli inquirenti in carcere, dopo l’arresto per corruzione. Pare ne avesse discusso a lungo anche con il bresciano Sergio Lima, che a sua volta lo riferisce in interrogatorio. Lui, navigato imprenditore nel settore degli impianti da sci, s’era detto stupito della facilità con la quale in quella occasione, come in altre, Foppolo aveva incassato il via libera. Non c’erano mai problemi di autorizzazioni, lassù. Merito degli agganci politici di Beppe Berera? Se sì, c’è motivo di dubitare che fossero leciti? Al momento, gli inquirenti sembrano impegnati più che altro a dissipare ombre. Ancora presto per dire se il puzzle porterà a una vera pista politica.