Edwards-Godfrey Il ritorno (trip hop) dei Morcheeba
L’apice del loro successo lo hanno toccato con «Don’t you know that Rome wasn’t built in a day?« (tradotto in italiano «…ma non lo sai che Roma non l’hanno mica costruita in un giorno?»), un titolo metaforico che sottolinea quanto sia difficile costruire rapporti sentimentali. I Morcheeba, espressione gergale inglese che significa «la via della cannabis», tra gli anni novanta e duemila hanno venduto tre milioni di copie con i primi tre dischi «Who can you trust?», «Big calm» e «Fragments of freedom», seguendo l’onda del successo del trip hop inglese, ma arricchendolo con r&b, pop e blues. Poi, dopo i primi dissidi interni, la frontwoman Skye Edwards lascia la band per intraprendere una carriera solista, prima di tornare all’ovile nel 2010. Nel 2014 però è Paul Godfrey, ad abbandonare il gruppo, e l’utilizzo del nome rimane bloccato. Dopo una breve parentesi firmata «Skye&Ross», la cantante londinese e il suo sodale Ross Godfrey, sono tornati in possesso del nome originario e fanno tappa stasera al Circolo Magnolia di Segrate (via Circonvallazione 41, ore 21, e 20) con il nuovo disco «Blaze Away». L’album si rituffa nelle atmosfere trip hop degli esordi, con l’aggiunta di nuove sonorità fornite dagli ottoni degli Zion Train, dal rapper inglese Roots Manuva, dal cantautore e musicista francese Benjamin Biolay, mentre «Summertime» è un pezzo pop impreziosito dalla scrittura di Kurt Wagner dei Lambchop.