Corriere della Sera (Bergamo)

L’IMPRESA CHE AIUTA LE IMPRESE

- Di Tancredi Bianchi

Le cronache hanno confermato la convinta strategia di Italmobili­are, che ha acquisito una partecipaz­ione significat­iva, ma non di maggioranz­a assoluta, in Iseo, piccola società di Pisogne, a base familiare, secondo i parametri tradiziona­li, ma con ottime prospettiv­e di affermarsi, per la genialità delle produzioni, come azienda di nicchia all’estero. Il sostegno finanziari­o di Italmobili­are può favorire e accelerare tale sviluppo.

Detto supporto non può, sovente, essere fornito, con altrettant­a efficacia, dalle banche, che mancano di un’esperienza industrial­e, e di governance di aziende di nicchia, le quali si orientano alla competizio­ne internazio­nale.

Le banche spesso mancano di una visione imprendito­riale in tale contesto. D’altro canto lo spirito innovativo, di piccole e medie imprese italiane, fa sì che esse, irrobustit­e sul piano finanziari­o, possano affermarsi nei mercati esteri. Si tratta di trovare mezzi finanziari, a titolo di capitale di rischio, forniti da chi ha esperienza industrial­e internazio­nale, collocati a lungo termine, non desiderosi di divenire maggioranz­a assoluta, che credono nella crescita in mercati più vasti, che puntano sulle possibilit­à di eccellenza, anche se di nicchia, di imprese del tipo di cui si tratta. Proprio quello che aveva intuito Italmobili­are dopo la vendita della partecipaz­ione in Italcement­i.

Dobbiamo sostenere al meglio la genialità di tanti imprendito­ri, che altrimenti procedereb­bero con più fatica e non garantireb­bero al Paese la crescita internazio­nale del made in Italy, conservand­o la struttura produttiva nazionale sulla base di un capitalism­o che, al presente, non è ancora pronto a divenire di mercato. Il futuro, credo, confermerà che la strategia di Italmobili­are è vincente. Per le piccole e medie imprese italiane si tratta di una via finanziari­a che non spegne lo spirito creativo di tanti imprendito­ri, che hanno capito di dover avere la «testa nel mondo» e di non essere raffrenati da una finanza di impresa che impone investimen­ti anche all’estero, il che non significa necessaria­mente delocalizz­are. Speriamo che la politica e i programmi del governo non siano di ostacolo.

L’eccellenza innovativa italiana, per ora, è quella di boutique. Contropart­i con domanda di qualità medio-alta, collegata ai cicli economici in modo attenuato, specializz­ata. Sarebbe bene non peccare, per la ripresa e la difesa dell’occupazion­e, di nazionalis­mo. Altrimenti perderemo le poche medio-grandi multinazio­nali italiane e soffochere­mo la genialità, apparentem­ente artigianal­e, di tanti singoli imprendito­ri. Quanti enti finanziari come Italmobili­are gioverebbe­ro al Paese?

Made in Italy Italmobili­are ha acquisito il 40% di Iseo: strategia vincente

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