L’IMPRESA CHE AIUTA LE IMPRESE
Le cronache hanno confermato la convinta strategia di Italmobiliare, che ha acquisito una partecipazione significativa, ma non di maggioranza assoluta, in Iseo, piccola società di Pisogne, a base familiare, secondo i parametri tradizionali, ma con ottime prospettive di affermarsi, per la genialità delle produzioni, come azienda di nicchia all’estero. Il sostegno finanziario di Italmobiliare può favorire e accelerare tale sviluppo.
Detto supporto non può, sovente, essere fornito, con altrettanta efficacia, dalle banche, che mancano di un’esperienza industriale, e di governance di aziende di nicchia, le quali si orientano alla competizione internazionale.
Le banche spesso mancano di una visione imprenditoriale in tale contesto. D’altro canto lo spirito innovativo, di piccole e medie imprese italiane, fa sì che esse, irrobustite sul piano finanziario, possano affermarsi nei mercati esteri. Si tratta di trovare mezzi finanziari, a titolo di capitale di rischio, forniti da chi ha esperienza industriale internazionale, collocati a lungo termine, non desiderosi di divenire maggioranza assoluta, che credono nella crescita in mercati più vasti, che puntano sulle possibilità di eccellenza, anche se di nicchia, di imprese del tipo di cui si tratta. Proprio quello che aveva intuito Italmobiliare dopo la vendita della partecipazione in Italcementi.
Dobbiamo sostenere al meglio la genialità di tanti imprenditori, che altrimenti procederebbero con più fatica e non garantirebbero al Paese la crescita internazionale del made in Italy, conservando la struttura produttiva nazionale sulla base di un capitalismo che, al presente, non è ancora pronto a divenire di mercato. Il futuro, credo, confermerà che la strategia di Italmobiliare è vincente. Per le piccole e medie imprese italiane si tratta di una via finanziaria che non spegne lo spirito creativo di tanti imprenditori, che hanno capito di dover avere la «testa nel mondo» e di non essere raffrenati da una finanza di impresa che impone investimenti anche all’estero, il che non significa necessariamente delocalizzare. Speriamo che la politica e i programmi del governo non siano di ostacolo.
L’eccellenza innovativa italiana, per ora, è quella di boutique. Controparti con domanda di qualità medio-alta, collegata ai cicli economici in modo attenuato, specializzata. Sarebbe bene non peccare, per la ripresa e la difesa dell’occupazione, di nazionalismo. Altrimenti perderemo le poche medio-grandi multinazionali italiane e soffocheremo la genialità, apparentemente artigianale, di tanti singoli imprenditori. Quanti enti finanziari come Italmobiliare gioverebbero al Paese?
Made in Italy Italmobiliare ha acquisito il 40% di Iseo: strategia vincente