Corriere della Sera (Bergamo)

Atalanta, con il Sarajevo pari da incubo

L’Atalanta spreca troppo nella ripresa, risultato contro le previsioni

- Di Donatella Tiraboschi

Una gran seccatura: i primi dieci minuti del ritorno sullo scenario europeo danno l’idea che questi preliminar­i, alla fine, per l’Atalanta potrebbero essere solo quello, ma un black out nella ripresa, un uno-due di stampo pugilistic­o, chiariscon­o che la gran seccatura può essere letta al contrario.

C’è da faticare, c’è da penare. È un Europa operaia, da tuta blu, fisicaccia, niente rose e fiori, niente tappeti rossi. L’Atalanta cala al Mapei Stadium contro il Sarajevo con tutta una serie di interrogat­ivi che, inevitabil­mente porta con sé qualsiasi debutto di stagione, compresa anche la mezza gabola del malanno di Ilicic, ma basta un minuto, uno solo in cui Mancini, the new Caldara, fatica a star dietro al guizzo di pennellone Ahmetovic, dopodiché si potrebbe stendere sul campo una tovaglia a quadri. Picnic Uefa.

Sarajevo o che cosa sarà? «Dai che iè nisù» sembra più una constatazi­one che un coro, perché il pressing dei nerazzurri diventa, fin dal quarto d’ora iniziale, un attacco a Fort Apache. Gasp propone l’Atalanta rodata che gioca a memoria e, a tratti, di una leggerezza di gioco che riesce a neutralizz­are anche il caldone africano. Atalanta fresca, freschissi­ma di testa. Che è quello che conta. Dunque Berisha in porta (rinfrancat­o dal «salta con la curva») e il solito 3sua con il terzetto di retroguard­ia formato da Toloi a destra, Mancini e Masiello a sinistra. In mezzo al campo da destra Hateboer, de Roon, Pessina (inattesa novità al posto di Valzania e Gosens), e in avanti D’Alessandro, Barrow e il Papu che comincia a pungere come una zanzarina già al 9’. La sua incursione la dice chiara: la fascia sinistra sarà la terra di conquista serale.

Il Sarajevo non ci capisce molto. La fisicità serve a poco quando hai a che fare con chi sa far girare la palla. Figuriamoc­i quella imperdonab­ile di lasciare liberissim­o Masiello che serve di testa con una palla al bacio Toloi a ridosso di Pavlovic. Al gladiatore Andrea non riesce di inaugurare la serie degli eurogol, ma saperlo in campo con la stessa convinzion­e offensiva è una garanzia. La prima palla in fondo alla rete, all’11’, è una formalità che fa ipotizzare un punteggio tennistico. Ci provano tutti con un’intraprend­enza giocosa, a cominciare da Barrow. Il ragazzo ha dalla sua una agilità di disimpegno che gli fa inquadrare la porta in un paio di occasioni: si ca4-3, pisce che, rispetto alla scorsa stagione, sta acquistand­o consapevol­ezza dei suoi (potenti) mezzi. In campo si macinano dei gran palloni, Hateboer ci mette tutta la sua fisicità e, oplà, dal cilindro del Gasp che lo preferisce a Valzania, spunta un Pessina che non perde un pallone (e che non fa rimpianger­e Freuler). Se il buongiorno si vede dal mattino sarà una gran bella storia. Quella della sorpresa che non ti aspetti. Se il Papu gira bene a sinistra, sulla destra D’Alessandro, che ha dalla sua la leggerezza, fa fatica a sintonizza­rsi. Intanto Mancini, al 47’ ci mette la testa raccoglien­do un suggerimen­to di Toloi. E siamo 2-0.

Nella grande sarabanda di occasioni mancate in avvio di ripresa, con Gomez che regala perle a tutti e che tutti sprecano (prima Zapata e poi una clamorosa sghembata di Barrow), si avverte netta la sensazione di dover chiudere i conti. E Gosens, in effetti, sui piedi ha la palla per farlo ce l’ha, ma Pavlovic respinge. Così arrivano i cinque minuti di buio, prima con una girata di Handzic al 22’ e poi con Sisic, con pasticci difensivi tra Toloi, Mancini e Berisha. Al Sarajevo non pare vero, ai nerazzurri che si guardano straniti nemmeno: sono bastate due incursioni per rimettere in pari il piatto della bilancia. Mettiamoci tutta la fatica del caso, ( meno di quanto si potesse pensare) ma è un gusto amaro che tutto il pressing e pure i 7 minuti di recupero non riescono a cancellare. Due a due. E il due agosto l’imperativo sarà vincere.

In campo Le reti di Toloi e Mancini. Gomez ispira tutti, ma non arrivano altri gol

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 ??  ?? Il rammarico e la festa A sinistra, Gomez in azione. L’Atalanta non si aspettava un pareggio. Sopra, la festa del Sarajevo dopo aver raggiunto il 2.2
Il rammarico e la festa A sinistra, Gomez in azione. L’Atalanta non si aspettava un pareggio. Sopra, la festa del Sarajevo dopo aver raggiunto il 2.2

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