Peninsula in Kiko al 33% Una partita da 80 milioni
Il fondo finanziato dal Qatar nel gruppo cosmetico di Percassi
Una fase preliminare lunga mesi, una partita a poker estenuante tra le parti, gli analisti, gli avvocati, gli advisor e le banche. Ieri l’annuncio dell’ingresso di Peninsula in Kiko. Il gruppo cosmetico della famiglia Percassi, nato 21 anni fa da un’intuizione geniale di Stefano, con il placet di papà Antonio — cosmetici a prezzi abbordabili di buona qualità a servizio della vanità femminile in tutto il mondo — avrà un nuovo socio, al 33% a fronte di un’operazione che apporterà finanza per circa 80 milioni di euro. Non è dato sapere quanti in carico a Peninsula (rumors hanno indicato 70 milioni). Quanti che siano, sono una minima parte delle centinaia di milioni destinati dal fondo — che ha un nome latino, molto management italico e la sede a Londra — agli investimenti di aziende europee (e che tra gli altri avevano già visto Peninsula protagonista di una gran bella plusvalenza 249,2 milioni di euro con la dismissione del 12,59% di Ntv -Italo agli americani). Il nuovo socio di Kiko è finanziato in modo principale dalla Qatar Investment Autorithy con altri soggetti e fondi sovrani del
Golfo dalle potenzialità liquide miliardarie. Un elemento finanziario-geografico di cui tener conto, non foss’altro che proprio in queste zone (cosmeticamente inesplorate) Kiko intende presentarsi prossimamente in gran spolvero. Alla conquista di mercati mediorientali e orientali ( Cina ed India) con un piano di investimenti triennale che sfiora i 100 milioni, secondo il disegno di Cristina Scocchia (arrivata al timone giusto un anno fa di questi tempi). Meglio l’est del mondo che l’ovest, in particolare meglio dell’America dove Kiko ha chiuso quasi tutti i punti vendita fisici, puntando all’e-commerce. Gli investimenti in questo ambito, con l’obiettivo di raddoppiare la percentuale del fatturato ricavato da questo canale di vendita, dall’attuale 3,5% al 7% entro il 2020 sono la seconda direttrice su cui si muove il piano di rilancio dell’ad. L’altra riguarda invece la modernizzazione dell’Information Technology e della catena di distribuzione-logistica. L’operazione viene definita nella nota di Kiko come «complessa» con la sottoscrizione di un accordo vincolante, attraverso un aumento di capitale riservato, e subordinata all’autorizzazione dell’antitrust in Spagna (Paese nel quale sono stati superati i limiti di mercato). Conseguentemente e proporzionalmente Peninsula siederà nel board. Accordo su tutti gli aspetti anche con il ceto bancario.