Dopo la delusione Tas, i tifosi tornano carichi
Non è un altro clima
A Reggio tutto esaurito L’entusiasmo ritrovato della Curva nerazzurra
La festa comincia come sempre dall’autostrada. La felicità di chi va in vacanza è anche la felicità leggera di chi va al Mapei stadium. In un giovedì di luglio. Cose mai viste. Il ritorno all’Europa è una scampagnata fuori programma, in una sera in cui la terra d’Emilia ribolle di caldo e di un’afa umida che sale dal terreno e sposta lontanissimi i viaggi di brume autunnali e rigori invernali. Settembre di un anno fa, l’Everton, sono già nella storia, come se l’Atalanta allora fosse planata in Europa sul tappeto volante di quel quarto posto in campionato, in grado di far bypassare quello che sole e caldo fanno sembrare un girone dantesco.
L’Europa stavolta è anche Sarajevo che, sportivamente, a Bergamo disse un gran bene il 17 febbraio del 1984 quando dalle nebbie di un pendio, sbucò Paola Magoni, primo oro femminile in slalom speciale dello sci italiano. Vittoria olimpica, vittoria storica. L’auspicio è che sia così anche stavolta. «Massì dai, che sarà mai questa prima partita», commenta un gruppo di tifosi in cammino. Faccenda da sbrigare alla svelta. Poi entri allo stadio che è come la macchina del tempo. La curva è intatta, piena come dieci mesi fa di un entusiasmo che cancella i numeri, le stagioni, il Tas e il Milan, alza i cori, le bandiere, l’entusiasmo. Insieme da sempre, insieme per sempre. Non ti lasceremo mai, mentre lo speaker annuncia la formazione del Sarajevo con nomi impronunciabili. I tifosi, in trasferta si accomodano quasi intimiditi in una curva semivuota, ma è solo un’illusione momentanea. Tempo zero e i vaffa partono a razzo, annientati dai decibel del curvone nerazzurro. Esplosivo, rimbombante, esaltante. I pensieri sono già rivolti alle terre d’Islanda (dove lo stadio ha una capienza di 6 mila posti e le curve sono piccole colline d’erba, tu valli a capire i misteri gaudiosi dell’ Uefa), ad Israele chissà, mentre gli occhi sono puntati sullo smartphone che distilla videate sul calendario del campionato. La prima con il Frosinone strappa un sorriso compiaciuto, tanto per alleggerire un agosto terribile. Poi sarà Roma e poi Cagliari di nuovo in casa.
Tutto va così, precipitevolissimevolmente tra una marea di maglie ufficiali di epoche diverse, vapori di salamelle e frescure di birre. Luglio, Atalanta, col bene che ti voglio vedrai che finirà. L’avventura che ricomincia ha lo stesso sapore, la stessa gioia della prima sorsata di birra. E tra i cori viene da pensare che il bello è anche questo. Saranno una fatica, questi preliminari, ma sono moltiplicatori più autentici di gioie fubbaliere.