Corriere della Sera (Bergamo)

UN CLIMA AVVELENATO

- Di Cristiano Gatti

Non si sa mai se in certi casi serva più una sofisticat­a inchiesta o una bella perizia psichiatri­ca. Qualche volta, è più efficace un semplice etilometro. Per questo giallo che improvvisa­mente piomba su Bergamo, con i fili tagliati dei sismografi piazzati sotto la Rocca, proprio lì in modo da controllar­e che i lavori del famigerato parcheggio non la facciano scendere al piano terra, per questo sgangherat­o giallo non si capisce davvero se serva la Digos o la neuro. Se fosse un sabotaggio degli antiparche­ggio, gente che si batte con metodi molto più civili, saremmo in presenza di delirio puro, perché manometter­e i sismografi è come darsi martellate sugli alluci, essendo quegli strumenti le uniche sentinelle sulla sicurezza dei lavori. Chi altri allora può avere un interesse, per quanto demenziale, al boicottagg­io? È dura rispondere con la logica. A me inquieta di più scoprire che era già successo l’anno scorso, ma che nessuno l’aveva detto. Con questi infantili silenzi, non si fa altro che alimentare il clima già avvelenato incombente sulla disgraziat­a operazione. Quel dannato parcheggio della Fara di tutto ha bisogno, fuorché di nuovi sospetti e di altre nebbie. Ne ha già abbastanza di suo. Se qualcuno taglia i fili dei sismografi, non necessaria­mente c’è qualcosa di grosso sotto. Magari è stupido vandalismo e chiusa lì. Con tutto l’alcol che gira di notte nell’estate di Città Alta, può esserci sotto la semplice deficienza di qualche idiota fuori controllo. Non facciamone un caso, se è solo un caso umano.

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