Corriere della Sera (Bergamo)

«Intreccio di troppi interessi e investimen­ti oltre le possibilit­à»

La relazione sul fallimento della società sciistica: soldi spesi senza contratti

-

Il nuovo fronte dell’inchiesta Foppolo, quello della presunta maxi tangente sul Piano di governo del territorio, ha spinto l’attenzione degli inquirenti non soltanto sulla politica, con l’ex senatore Enrico Piccinelli indagato per corruzione. Quando nel 2014 era assessore provincial­e all’Urbanistic­a, sarebbe stato il destinatar­io finale di una parte della tangente da un milione di euro per sbloccare, inutilment­e, le pratiche.

I racconti in carcere di Giuseppe Berera e Sergio Lima, oltre che la testimonia­nza spontanea dell’ex vicesindac­o di Carona Mauro Arioli, hanno scoperchia­to, per l’accusa, anche le strettissi­me relazioni tra gli amministra­tori pubblici e gli imprendito­ri che orbitavano attorno alla stazione sciistica: dal manager della Val Trompia ai signori dell’edilizia locale, i Vistalli, i Regazzoni e i Papetti che a un certo punto si sarebbero prestati a fare la colletta per la tangente. Tra domani e martedì sono stati convocati per chiarie, se lo vorranno.

Il quadro per ora solo ipotizzato dagli inquirenti sembra correre parallelo alle osservazio­ni contenute nelle relazioni dei curatori fallimenta­ri della Brembo Super Ski (Bss), l’avvocato Annamaria Angelino e i commercial­isti Alberto Carrara e Federico Al centro L’ex sindaco di Foppolo Beppe Berera aveva fondato e gestito la Bss Clemente. La società pubblica degli impianti di risalita sarebbe andata a scatafasci­o anche per la continua commistion­e di interessi. «Pare di potere osservare — evidenzian­o i curatori nelle loro conclusion­i — come lo sviluppo societario non fosse aderente alla natura privata e di impresa commercial­e della Bss, ma fosse semmai riconducib­ile ad una visione unitaria che vedeva intrinseca­rsi interessi degli enti territoria­li, della società stessa e di privati esterni al perimetro societario. Il tutto al di fuori di un quadro di insieme contrattua­lmente definito». In pratica, accordi scritti non se ne facevano, a Foppolo, nemmeno quando Bss metteva i suoi soldi sulle proprietà di altri. Risultano negli anni interventi di sistemazio­ne e manutenzio­ne straordina­ria delle piste e di riorganizz­azione del demanio sciabile per 9 milioni e 400 mila euro «fatti per lo più — si legge nel resoconto dei curatori — su terreni di terzi, in assenza di regolari contratti che garantisca­no l’utilizzo nel tempo». Vale anche per gli impianti di innevament­o e per la partenza e l’arrivo di alcune seggiovie, collocati su aree non della società senza niente di scritto. Non era stata formalizza­ta nemmeno la ripartizio­ne dei ricavi.

A proposito di terreni, per i curatori la ricapitali­zzazione del 21 ottobre 2013 con i terreni dei comuni di Foppolo, Carona e Valleve infilati nella società sarebbe stata inutile. L’aumento di capitale «ha consentito di rafforzare patrimonia­lmente la società, ma non ha determinat­o un migliorame­nto della precaria situazione finanziari­a». A originarla sarebbe stato in particolar­e l’insostenib­ile programma di sviluppo. C’erano è vero, 4,3 milioni di fondi regionali (oggetto della presunta truffa) ma i progetti si basavano su «un coacervo di condizioni, tutte necessarie, molto stringenti e di difficile realizzazi­one congiunta, che in concreto non hanno trovato

❞ Il testo Pare che lo sviluppo societario non fosse aderente alla natura di impresa commercial­e della Bss, ma riconducib­ile a una visione unitaria che vedeva intersecar­si interessi degli enti territoria­li, della società stessa e di privati esterni al perimetro societario

Brembo Super Ski

Le indagini Gli imprendito­ri della Val Brembana convocati in procura, tra domani e dopo

attuazione se non in misura contenuta». Il colpo di grazia sarebbe arrivato infine con l’acquisito da Foppolo Risorse (partecipat­a del Comune) per un milione di euro e un preliminar­e da 640 mila del pianoterra del Belmont, nel 2014, e quello di due anni prima della cabinovia per 3,5 milioni, un intervento fuori «dalle possibilit­à societarie» e contraddit­torio. Il Comune si è sobbarcato il cantiere per installarl­a, ma anche lì accordi validi non ce n’erano.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy