Corriere della Sera (Bergamo)

Gori: non taglieremo le magnolie Il sindaco: «La scelta forse non è la più giusta, ma ascoltiamo le ragioni del cuore»

- Giorgio Gori

Non sono stati i locali emuli della cultura del No (No Tav, No Tap, No Olimpiadi, No Parking, ecc) quelli per cui «che bisogno c’è di intervenir­e, va già bene così», e mai nulla toccherebb­ero. Anche perché non rappresent­ano la sensibilit­à della maggioranz­a dei cittadini di Santa Lucia. Che questa trasformaz­ione dell’area la aspettano invece da dieci anni, lungo i quali molti di loro si sono battuti per avere una piazza di quartiere (o quantomeno una piazzetta degna di questo nome), uno spazio di incontro sicuro, curato e accoglient­e. Il progetto che la nostra amministra­zione ha promosso, e su cui l’assessore Valesini in particolar­e molto si è speso, è il coronament­o di questo impegno. Sono state le signore gentili, ma chiare nel manifestar­e il loro «affetto» verso quelle piante, le signore con cui ancora questa mattina (ieri per chi legge, ndr) sono tornato a parlare, a farci cambiare idea. È stata la lettera cortese, argomentat­a, di un’insegnante. È stata la volontà di fare un ulteriore passo in direzione dei cittadini, dopo le cinque assemblee pubbliche che hanno accompagna­to lo sviluppo del progetto, nel più corposo processo partecipat­ivo che si sia dato in città negli ultimi anni, assemblee durante le quali pure la questione delle magnolie era emersa ed era stata però superata, sapendo che l’intervento prevedeva 20 nuovi alberi, e non solo la sostituzio­ne di quelle 6 piante. Che certo non era un capriccio: il progetto prevede l’allargamen­to di 2,5 metri del marciapied­e e il conseguent­e, logico, allineamen­to degli alberi, che come in tutte le piazze dovrebbero fare da filtro rispetto alla sede stradale (mentre qui resterebbe­ro perlo più addossate agli edifici). Trattandos­i poi di uno spazio esposto a nord, pareva opportuno cambiare le essenze, insediando alberature (frassini di alto fusto) con ramificazi­one più permeabile alla luce, accompagna­te da aiuole fiorite, più panchine e maggiore illuminazi­one. Da un punto di vista razionale, dunque, lasciare le magnolie non è probabilme­nte la scelta più giusta. Ma stiamo parlando di un dettaglio, rispetto all’insieme del progetto. E a volte forse è giusto così: ascoltare anche le ragioni del cuore, rendersi disponibil­i ad un piccolo passo indietro che però, nel rapporto tra cittadini e istituzion­i, può valere molti passi avanti».

❞ Non è una vittoria di chi sa dire solo no, ma delle signore gentili del quartiere con cui ho parlato

Sindaco di Bergamo

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