Gori: non taglieremo le magnolie Il sindaco: «La scelta forse non è la più giusta, ma ascoltiamo le ragioni del cuore»
Non sono stati i locali emuli della cultura del No (No Tav, No Tap, No Olimpiadi, No Parking, ecc) quelli per cui «che bisogno c’è di intervenire, va già bene così», e mai nulla toccherebbero. Anche perché non rappresentano la sensibilità della maggioranza dei cittadini di Santa Lucia. Che questa trasformazione dell’area la aspettano invece da dieci anni, lungo i quali molti di loro si sono battuti per avere una piazza di quartiere (o quantomeno una piazzetta degna di questo nome), uno spazio di incontro sicuro, curato e accogliente. Il progetto che la nostra amministrazione ha promosso, e su cui l’assessore Valesini in particolare molto si è speso, è il coronamento di questo impegno. Sono state le signore gentili, ma chiare nel manifestare il loro «affetto» verso quelle piante, le signore con cui ancora questa mattina (ieri per chi legge, ndr) sono tornato a parlare, a farci cambiare idea. È stata la lettera cortese, argomentata, di un’insegnante. È stata la volontà di fare un ulteriore passo in direzione dei cittadini, dopo le cinque assemblee pubbliche che hanno accompagnato lo sviluppo del progetto, nel più corposo processo partecipativo che si sia dato in città negli ultimi anni, assemblee durante le quali pure la questione delle magnolie era emersa ed era stata però superata, sapendo che l’intervento prevedeva 20 nuovi alberi, e non solo la sostituzione di quelle 6 piante. Che certo non era un capriccio: il progetto prevede l’allargamento di 2,5 metri del marciapiede e il conseguente, logico, allineamento degli alberi, che come in tutte le piazze dovrebbero fare da filtro rispetto alla sede stradale (mentre qui resterebbero perlo più addossate agli edifici). Trattandosi poi di uno spazio esposto a nord, pareva opportuno cambiare le essenze, insediando alberature (frassini di alto fusto) con ramificazione più permeabile alla luce, accompagnate da aiuole fiorite, più panchine e maggiore illuminazione. Da un punto di vista razionale, dunque, lasciare le magnolie non è probabilmente la scelta più giusta. Ma stiamo parlando di un dettaglio, rispetto all’insieme del progetto. E a volte forse è giusto così: ascoltare anche le ragioni del cuore, rendersi disponibili ad un piccolo passo indietro che però, nel rapporto tra cittadini e istituzioni, può valere molti passi avanti».
❞ Non è una vittoria di chi sa dire solo no, ma delle signore gentili del quartiere con cui ho parlato
Sindaco di Bergamo